''Stop Pfas'' a più di 8.000 metri, dal Nanga Parbat alla pianura veneta Alberto Peruffo a Belluno per Oltre le Vette
Ribaltando una concezione eurocentrica di affrontare le alte quote, Peruffo ha deciso di mettere la sua esperienza e le sue energie a disposizione di Cesar Rosales Chinchay il quale, pur tra le mille difficoltà causate dal caldo che l'estate scorsa ha martoriato i ghiacciai del Nanga, è riuscito a raggiungere la cima. Lunedì l'appuntamento al Festival di Belluno

BELLUNO. Lunedì 10 Alberto Peruffo sarà ospite del festival Oltre le Vette di Belluno, per raccontare la recente esperienza sul Nanga Parbat (appuntamento alle 18, Sala Bianchi). L'incontro offrirà una riflessione collettiva sull'himalaysmo contemporaneo tra tentativi di record, salite forzate, pressioni degli sponsor.
Pietro Lacasella ci racconta chi è Alberto Peruffo un aneddoto che mostra come alla ''performance'' si possa anche abbinare un messaggio che vada oltre il semplice record
Cesar Rosales Chinchay è stato il primo peruviano a scalare il Nanga Parbat. La sua impresa, tuttavia, supera i confini del primato individuale per abbracciare orizzonti simbolici più ampi. A organizzare la spedizione è stato l'alpinista-scrittore vicentino Alberto Peruffo.
Ribaltando una concezione eurocentrica di affrontare le alte quote, Peruffo ha deciso di mettere la sua esperienza e le sue energie a disposizione di Cesar il quale, pur tra le mille difficoltà causate dal caldo che l'estate scorsa ha martoriato i ghiacciai del Nanga, è riuscito a raggiungere la cima.
Nelle foto di rito, oltre alla bandiera peruviana, Cesar ha esposto uno stendardo con la scritta "STOP PFAS". I PFAS sono composti utilizzati in ambito industriale per aumentare la resistenza ai grassi e all'acqua dei prodotti. Le loro caratteristiche chimiche possono tuttavia avere effetti incalcolabili sugli ecosistemi. Lo sanno bene in Veneto, dove la Miteni S.p.A., sversando tali sostanze nell'ambiente, ha inquinato le falde acquifere di un'area molto vasta.
Ovviamente ciò ha presentato un conto salato alla salute dei malcapitati che vivono o lavorano in quella porzione di provincia di Vicenza: i PFAS hanno infatti la capacità di accumularsi nell’organismo, alterandone i processi che coinvolgono gli ormoni responsabili dello sviluppo, del comportamento, della fertilità e di altre funzioni cellulari.
Facendo sventolare il messaggio a più di 8000 metri, Cesar e Alberto hanno voluto portare sotto i riflettori mediatici un dramma che, sebbene coinvolga migliaia di persone, non è ancora stato risolto. Con la loro azione simbolica chiedono alle istituzioni di tutelare con la dovuta attenzione la salute dei cittadini, salvaguardandola dagli effetti dannosi provocati da uno sviluppo cieco, concentrato prevalentemente sul profitto.