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''Troppi interventi dei soccorsi in montagna con codice bianco mai pagati da chi ha ricevuto aiuto'', Zanoni alla giunta Zaia: ''Come stiamo recuperando quelle risorse?''
Il Dolomiti stimava che dal 2020 a metà agosto fosse di quasi mezzo milione il debito ancora da saldare al soccorso alpino solo nel Bellunese: l’Ulss 1 Dolomiti ha emesso ben 769 fatture per un totale di 1.241.118,04 di euro. Il consigliere regionale Dem chiede chiarezza visto che solo ''nel 2021 il 38% degli stranieri e il 24% degli italiani non ha pagato i proprio debito''. E poi ci sono le Prealpi Trevigiane dove spesso ci sono interventi per i parapendii

BELLUNO. ''Nel 45% dei casi le chiamate di soccorso vengono classificate come 'codice bianco' ma solo nel 2021 il 38% degli stranieri e il 24% degli italiani soccorsi non ha pagato il proprio debito lasciando un buco nelle casse dell'Ulss1 rispettivamente di 53 e 43 mila euro. La regione sta provvedendo al recupero di queste insolvenze?''. La domande l'ha posta alla maggioranza Zaia il consigliere regionale del Pd Veneto Andrea Zanoni con un'interrogazione. Il documento del consigliere parte dall'inchiesta che avevamo pubblicato a ferragosto sullo stato dell'arte degli interventi del soccorso alpino sulle montagne bellunesi (QUI ARTICOLO).
L'articolo de il Dolomiti spiegava come ammontasse al 14 agosto a quasi mezzo milione il debito ancora da saldare al soccorso alpino dal 2020, per tutti quegli escursionisti che non hanno pagato i conti dopo aver attivato interventi “non urgenti” sulle Dolomiti bellunesi. Nello specifico, sempre dal 2020 erano state emesse dell’Ulss 1 Dolomiti ben 769 fatture per un totale di oltre 1 milione di euro (1.241.118,04 euro). Una cifra che non era ancora stata saldata completamente, visto che solo nel 2022 risultava che non avessero pagato il 55% degli escursionisti italiani e il 37% dei turisti stranieri.
Poi c'era il dato specifico sul 2021 al quale faceva riferimento Zanoni che, però, allarga il discorso anche ad altre aree come quelle delle Prealpi trevigiane ''dove la pratica del parapendio e una serie di comportamenti irresponsabili comportano ripetuti interventi di uomini e mezzi di soccorso”. L’esponente dem ricorda che “i costi sono ragguardevoli perché comportano il dispiegamento di uomini e mezzi, tra i quali l’elisoccorso che ha un costo molto elevato, calcolato a 90 euro al minuto. Il mancato introito delle compartecipazioni che spetta pagare a chi viene soccorso, provoca dunque un danno non solo economico ma di tenuta di questo servizio di essenziale importanza”.
Da qui la richiesta di Zanoni all’assessora alla sanità, di fornire “relativamente alle province di Belluno e di Treviso, per gli anni dal 2020 ad oggi, le stime esatte dell’insolvenza per interventi del Soccorso Alpino e Speleologico del Veneto effettuati su chiamata dell’utente al 118. E, accanto a questo, se si stia provvedendo al recupero delle insolvenze e con quali esiti”.