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Cocktail e cubiste a 2000 metri di quota. Sulla terrazza innevata del "Piz Seteur", dopo una giornata sugli sci, ci si diverte con le 'go go girls'
L'allegria e le canzoni non mancano nel “rifugio con licenza d'albergo Piz Seteur”, a quota 2064 metri, che grazie alla proposta delle feste con le cubiste nel tempo ha riscosso enorme successo fra balli e momenti all'insegna del divertimento

PLAN DE GRALBA. In val Gardena le sciate si concludono con musica a tutto volume e le ‘go go girls’, giovani cubiste (con tacchi e lingerie ndr) che ballano sui tavoli del “rifugio con licenza d’albergo Piz Seteur”, come sottolinea il gestore della struttura, fotografate e riprese dai molti che approdano in inverno sulle piste di Plan de Gralba a quota 2064 metri. Costruito dal nonno dell’attuale gestore e nato come rifugio, il “Piz Seteur” aveva infatti “acquisito la licenza di hotel fra gli anni '60 e '70”.
Ogni martedì e giovedì, fino a qualche tempo fa, si era sicuri di poter trovere sulla terrazza innevata del rifugio altoatesino “ragazze, pronte ad animare un ‘après-sky’ sicuramente diverso dal solito”, racconta il ristoratore a Il Dolomiti -. L’idea era nata da mio cognato ormai 24 anni fa: una grande festa, vissuta all’insegna del divertimento e del desiderio di stare insieme”.
Un appuntamento diventato negli anni “impedibile per innumerevoli sciatori che, dopo la chiusura degli impianti, si fermano da noi anche solo per fare una foto e, all’occorrenza, anche per bere ottimi cocktail – prosegue -. Attualmente, i pomeriggi con le ‘go go girls’ non sono più un'iniziativa a cadenza settimanale ma vengono proposti con frequenza minore, perché sto diventando vecchio anch’io – ironizza il gestore del “Piz Seteur” – Ora, non riesco più a stare dietro a tutto”.
Il “piccolo hotel sulle Dolomiti offre la musica dei dj più ‘cool’ della val Gardena, cocktail preparati con maestria e soprattutto le nostre fantastiche ballerine”, si legge sullo stesso sito della struttura, quasi a voler sottolineare quanto i punti d'approdo d’alta quota siano incredibilmente (e forse irreversibilmente) cambiati.
Che le strutture di montagna siano mutate, divenendo alberghi con tanto di ‘comfort’ non è una novità: oggi, per l’appunto, tra chi richiede cose ‘semplici’ come acqua o corrente elettrica stabile, c’è anche chi pretende di mangiare pesce e bere cocktail ad alta quota. Forse, per questo alcuni rifugisti e gestori di alberghi hanno deciso di ‘modernizzarsi’, offrendo le più disparate possibilità.
“Oggi i rifugi sono diventati grandi hotel - aveva non a caso dichiarato l'alpinista Remo Nicolini a Il Dolomiti, soltanto qualche giorno fa -. Ecco, cos'è diventata la montagna. Non ci sono più quei ricoveri dove un tempo ci si tendeva la mano fra 'compagni', ci si aiutava e si seguivano i grandi nomi dell'alpinismo con la voglia di imparare sempre più. Niente brioches o leccornie, perché un pasto caldo, qualche chiacchiera e una canzone cantata con allegria erano il modo migliore per coronare una bella giornata trascorsa in vetta”.
L'allegria e le canzoni non mancano nemmeno nell'hotel Piz Seteur che, grazie alla proposta delle feste con le cubiste, nel tempo ha riscosso enorme successo fra balli e momenti all'insegna del divertimento: “Ormai queste sono diventate occasioni per farci pubblicità”, rivela il gestore. Insomma, il mondo sta cambiando e così stanno facendo i suoi 'abitanti' e le loro pretese, facendo sì che chi offre servizi, come nel caso delle strutture ricettive, si senta (o meno) chiamato a sua volta a cambiare.
Una questione che conduce a porsi dei cruciali quesiti, interrogandosi su quanto sia giusto o necessario rendere i punti d'approdo d'alta quota, siano essi hotel o rifugi, sempre più 'moderni' e vicini, ad esempio, a quanto viene offerto in città. “Ammetto di avere un po' di nostalgia dei tempi andati ma non condanno tecnologia e progresso - suggeriva in risposta Nicolini durante l'intervista - Io sono per la giusta misura, in tutto”.