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''Io e Andrea abbiamo deciso di tornare alle origini, scegliendo di coltivare la terra''. Storia di due giovani, di una casa di famiglia sulle Dolomiti e di liquori di montagna

Tutto ha avuto inizio in un giardino, cinto dai boschi, nel cuore delle Dolomiti Bellunesi: "Io e Andrea abbiamo deciso di tornare alle origini, scegliendo di coltivare la terra. Oggi imbottigliamo essenze di montagna per portarle altrove, facendole conoscere a chi, su questi monti, magari non ha mai messo piede"

Di Sara De Pascale - 01 febbraio 2023 - 17:26

BELLUNO. Una casa e un giardino in mezzo a una radura "incantata", dove, rigogliose, crescono piante ed essenze che affondano le proprie radici nel cuore delle Dolomiti Bellunesi.  È nata così, in piena pandemia, la voglia del direttore creativo Simon Pilati e del pedagogista circense Andrea Barzaghi di tornare a coltivare la terra, utilizzando quanto questa offre per produrre liquori di montagna. 

 

"L'idea è partita dalla voglia di tornare alle origini, nella casa di famiglia dove abitava mio padre sul Col di Roanza, una zona montuosa ai piedi del Monte Serva con un'eccezionale vista sui Monti del Sole e il gruppo dello Schiara - esordisce Pilati a Il Dolomiti -. Dopo anni lontani dal Veneto, con tanto di esperienze all'estero, io e Andrea abbiamo deciso di trasferirci sulle Dolomiti, perle da valorizzare", sottolinea.

 

"Abbiamo lasciato tutto, fatto i bagagli e ricominciato la nostra vita a partire dal giardino, in mezzo al bosco, della mia famiglia - prosegue Simon -. Un piccolo angolo di paradiso nel quale abbiamo deciso di creare un qualcosa di tutto nostro". Nel 2020, in pieno 'lockdown', i due si sono presi il tempo per imparare a conoscere da vicino "la natura e i suoi ritmi, osservando le piante germogliare prima e crescere poi robuste e rigogliose".

 

Tutto è partito da un grande prato incolto "ormai da lunghi anni", che Simon e Andrea hanno pazientemente zappato e sistemato, preparandolo per nuovi semi: "Non è stato facile - premette -. Io sono cresciuto qui e quindi un po' di esperienza 'innata' c'era ma, ciononostante, abbiamo dovuto fare tante prove e conseguenti errori, tutti serviti per migliorarci". Le prime piante officinali non sono tardate a spuntare, spingendo i due a scegliere di impiegare i 'frutti' del proprio raccolto "in modo innovativo, per far conoscere alle persone non soltanto nuovi profumi ma anche sapori".

 

Sono nati così i liquori di "Arcadia", la piccola realtà di Pilati e Barzaghi ad oggi ancora "non molto conosciuta, ma puntiamo a farci conoscere sempre più: nel nostro laboratorio sperimentiamo ed elaboriamo nuove ricette di liquori, interamente prodotti da noi, che possono tardare anni per arrivare alla loro versione definitiva". Attualmente, sono soltanto due le 'ricette' in commercio fra "Otium" (liquore che unisce il fresco aroma dell’erba Luisa al profumo dell’alloro, "da degustare nei momenti dedicati all'ozio" ndr) e "Astrum", nato dal nettare del fiore della giovinezza. "Astrum" è infatti ottenuto dall'infusione in alcool puro di stelle alpine raccolte a mano, nella loro prima settimana di fioritura.

 

Cresciute a partire da sementi naturali, l'azienda bellunese coltiva e vende erbe "senza utilizzare pesticidi o prodotti chimici, seguendo le fasi lunari e attenendosi alla naturale biodiversità della zona alpina, garantita dall'adiacente Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi, avendo massimo rispetto dell'ambiente in cui si trova".

 

Dalle aromatiche da cucina come salvia, rosmarino e origano fino ad arrivare a lavanda, erba Luisa, menta fragola e stelle alpine: "Imbottigliamo essenze di montagna per portarle altrove, facendole conoscere a chi magari sulle Dolomiti non ci ha mai messo piede - racconta Pilati -. Grazie a piante come l'erba Luisa siamo in grado di creare liquori che sanno di limone, senza utilizzare agrumi o aromi artificiali", rivela. 

 

"I nostri esperimenti sono sempre in corso - conclude il titolare di "Arcadia" -. Il periodo migliore dell'anno per noi è la primavera, quando i primi profumi e colori 'sbocciano', dandoci una grande mano per sviluppare la nostra creatività che chissà dove potrà condurci in futuro". 

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