
Il Comune non rinnova il patrocinio al Dolomiti Pride, [...]

Ancora scontro nella maggioranza, il presidente del [...]

''Punti nascita Cles e Cavalese, pagati gettonisti più [...]

Si salva la maggioranza a Brentonico, consigliere [...]

Provinciali, Gerosa: "Fratelli d'Italia pronta a guidare [...]

Provinciali, nervi tesi nel centrodestra. Urzì: [...]

Dalle stories (con musiche straordinarie) di Fugatti a [...]

Provinciali, Salvini (risponde a Ciriani): "Squadra che [...]

Dal Ponte sullo Stretto al bypass di Trento, dalle [...]

"La crisi economica creata da due dementi che hanno detto [...]
Rossi fa la sua 'lista', per ora solo su WhatsApp. Dentro dirigenti della Provincia, professori e membri dei cda e della cooperazione
Il governatore apre un gruppo sul social che comprende trecento nomi, tra cui Livia Ferrario, Raffaele De Col, il dirigente generale del TAR, quello di Cassa del Trentino. L'obiettivo? "Dare notizie utili a conoscere meglio cosa accade dal punto di vista amministrativo e politico". Una mossa che rischia di mettere tutti in imbarazzo

TRENTO. Il presidente Ugo Rossi ha creato un gruppo WhatsApp, e questa non è nemmeno una notizia. Ma se il telefono ha iniziato a trillare nelle tasche di queste trecento persone, e se molte di queste sono dirigenti della Provincia Autonoma di Trento, professori universitari e membri di consigli di amministrazione, giornalisti, la notizia c'è. Eccome.
Il presidente Ugo Rossi sembra abbia fatto tutto da solo, inserendo uno a uno i contatti, seguendo le istruzioni passo passo. Ha inserito il titolo: "Notizie". E poi ha fatto invio. Si è accorto che ora erano in trecento ad aspettarsi un suo messaggio:

Si è scusato, ma l'intenzione era proprio quella di interloquire con persone scelte ad hoc, "che a vario titolo sono venute in contatto" con lui. L'intento è quello di "dare notizie utili a conoscere meglio cosa accade dal punto di vista amministrativo e politico".
Se fosse solo amministrativo si spiegherebbe la numerosa presenza, nella 'lista Rossi', di tutti quei dirigenti di alto rango. Ma se la questione è anche politica, quei nomi un poco stonano. Nessun reato, ci mancherebbe, ognuno scrive a chi gli pare. Ma l'opportunità, quando si è alla guida di una provincia, dev'essere valutata bene.
"Il gruppo è libero - scrive poi Rossi - nel senso che ovviamente libera la scelta di starci o meno. Anzi - comunica - chi non lo desidera basta che lo faccia presente. Io inserirò qualche info ma poi ovvio chi vuole può fare altrettanto".
Qualcuno ha subito abbandonato il gruppo, qualcun altro ha scritto "Ciao Ugo, io ci sono". Altri entusiasti hanno scritto "Presente". Gli entusiasti hanno preso la palla al balzo per lo spam: "Presidente! Allora posso dire che questa sera presenteremo il primo libro del comune di Vallelaghi?"
Questa che si esprime è la base delle Stelle Alpine, un nutrito gruppo tra i trecento numeri inseriti dentro al gruppo. I dirigenti tacciono, ma tra chi è pronto a dare il suo sostegno c'è il giornalista Rocco Cerone, nella 'lista Rossi' assieme al suo collega Massimo Baldi. Il primo, ex mezzobusto della Rai e segretario del Sindacato dei giornalisti del Trentino Alto Adige, scrive anche lui "Presente", nel senso di 'ci sono', 'puoi contare su di me'.
C'è chi ha voglia di discutere, di sostenere il presidente: "Alcuni continuano a guardare le stringhe delle proprie scarpe, altri pensano di lavorare alla pancia delle persone, noi lavoriamo al cuore e alla testa delle persone". I dirigenti ancora tacciono, si esprimono gli autonomisti: "Mettiamo anche un po' di bandiere della nostra Provincia all'Adunata degli Alpini". Troppo tricolore fa male, fa capire uno che si firma "Autonomista da Sempre".
Interviene Sandra Chighizola, l'ex responsabile dell'Ufficio stampa dell'Azienda sanitaria: "Ok Presidente e avanti con le good news! Chighi". Così si firma. Una firma che conta, ma conta di più quella del suo ex capo Paolo Bordon, direttore dell'Azienda per i Servizi sanitari.
Compare anche lui nel gruppo, assieme a Franco Debiasi, l'ex direttore generale dell'Apss. Ma compare anche il direttore generale del TAR di Trento Nicola Foradori, e anche Livia Ferrario, dirigente generale del Dipartimento della Conoscenza, Bettotti Sergio, suo collega al Servizio Cultura, turismo, promozione e Sport.
Ma la lista dei dipendenti pubblici della PAT è lunga, di quelli che siamo riusciti a riconoscere dai numeri telefonici: c'è l'ingegner Raffaele De Col del Dipartimento Infrastrutture, Roberto Ceccato del Servizio infanzia e istruzione, Roberto Bertoldi ex dirigente della Protezione civile, con l'attuale dirigente Ivo Erler.
Nella 'lista Rossi' compare anche Antonio Giacomelli del cda del Muse, Michele Andreaus che siede in quello della Cassa del Trentino come vice. Ma c'è anche il presidente Lorenzo Bertoli. Tra i professori c'è anche Michela Chiogna che a Trento insegna ingegneria.
Ovviamente compare il mondo della cooperazione, con il suo presidente Mauro Fezzi e l'ex vicepresidente Francesco Dalla Sega. Nel gruppo è comparso per qualche minuto anche don Albino dell'Eva, che ha però subito abbandonato, sfilandosi da questa situazione imbarazzante.
Più difficile sfilarsi per i dirigenti o i membri dei cda di nomina giuntale. Questi che fanno? Se ne vanno via? "Per quanto mi riguarda - scrive uno dei contatti - l'importante è che si usi il gruppo per un unico scopo, supportare il nostro presidente". Buono a sapersi, ma sono d'accordo anche Ferrario, De Col e gli altri alti papaveri dell'Amministrazione trentina?
Come dicevamo, nessun reato. Ognuno fa i gruppi che gli pare. Rimane il fatto che il presidente della Giunta prima di mettere il ditino sul touch screen del telefono e schiacciare invio dovrebbe pensarci mille volte. Oltre al fastidioso beep beep dei messaggini che arrivano in continuazione, i destinatari forse non volevano essere tirati in ballo. E forse una 'lista Rossi' con tutti i dirigenti 'di fiducia' non è il caso di farla a sei mesi dalle elezioni provinciali.
E' chiaro a tutti che la mossa è per il sostegno politico per la rielezione, anche se raffazzonata e un poco ingenua. Una mossa che fa capire tante cose, anche quella che forse Rossi non sa più che cosa fare. E quello che fa rischia di mettere tutti in imbarazzo.