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"Vorrei che le violentassero tutte". Quando il confronto sprofonda nella disumanità. Mala tempora currunt per lo spirito critico
Mentre il segretario della Lega in un comunicato definisce ''ignoranti o in malafede'' quelli che hanno manifestato ieri contro la chiusura dei porti e l'onorevole Cattoi attacca una dirigente scolastica perché "un'insegnante dovrebbe astenersi dal commento politico" su Facebook i toni stanno diventando sempre più pesanti e gli attacchi (anche ai giornali) sempre più violenti

TRENTO. Ignoranti o in malafede, li definisce il neosegretario della Lega Mirko Bisesti addirittura in un comunicato stampa. La deputata della Lega Vanessa Cattoi attacca una dirigente scolastica perché sul suo profilo privato critica l'operato del Governo per aver intrapreso un braccio di ferro (tutto mediatico) sulla pelle di 629 persone perché "un'insegnante dovrebbe astenersi dal commento politico". E su Facebook, di conseguenza, anche sotto la nostra pagina, la violenza si alza, i commenti diventano sempre più terribili, i toni si infiammano, la voglia di zittire opinioni e idee diverse da quelle espresse dalla maggioranza 5 Stelle - Lega si trasforma in crociata.
"Questi si vede non hanno un cazzo da fare - scrive la signora Antonella sotto il nostro post della manifestazione di ieri per chiedere #apriteiporti - quanto vorrei che le violentassero tutte quelle quattro galline insipide senza midollo". Massimo replica: "Andate in culo gente di merda''. David aggiunge: "Ma morite''. Per non parlare dei ''buonisti del cazzo'', ''zecche'' ''prendeteveli a casa vostra''. Il livello è agghiacciante da far venire i brividi. 250 persone che manifestano dovrebbero essere una ricchezza anche per chi la pensa in maniera diversa da loro. Dovrebbe essere un buon segnale di democrazia anche da dileggiare, prendere in giro, affrontare politicamente. E invece l'intolleranza dilaga come l'inciviltà.
Alcune di queste persone sono troll, li conosciamo, altri sono frustrati solitari, persone incattivate col mondo, conosciamo anche loro, ma sta di fatto che i toni si sono alzati e molto. La linea tracciata dall'asse di governo che è di bassissima sopportazione per chi dissente è suonato come un ''liberi tutti'' è tempo di "resa dei conti". Alcune delle persone che scrivono queste cose, però, sono persone vere, che forse non si rendono conto di quello che fanno. Persone che magari hanno bambini, parenti, un povero cagnolino, insomma qualcuno che se sapesse che la sera davanti al loro pc genitori, nonni, zii, padroni, scrivono cose del genere si vergognerebbero per loro.
Come si fa a scrivere ''vorrei che vi violentassero tutte''? Dove stiamo sprofondando? I cognomi non li mettiamo per senso pietistico ma tanto sono tutti lì i commenti a far bella mostra di sé.
Ma che le cose stiano cambiando lo si legge nelle parole di Mirko Bisesti e dell'onorevole Vanessa Cattoi. Chi manifesta in questi giorni o ''è ignorante o è in malafede''. Ma perché? Non può avere un'idea del mondo diversa dalla vostra? Lo avete battuto politicamente, non riuscite a batterlo culturalmente spiegando perché avete ragione? Dovete fiaccarlo, per forza, a suon di insulti e di bavagli? "Un'insegnante dovrebbe astenersi dal commento politico'', ma perché? Chi l'ha detto? Splendida, anzi la risposta della dirigente scolastica che ha replicato dicendo che: "Non appartengo alle Forze Armate, dove ai militari è chiesto di astenersi dalla vita politica e dall'espressione delle proprie convinzioni quindi sulla mia pagina Facebook scrivo quello che mi pare. Anzi da una deputata della Repubblica mi aspetterei che difendesse il mio diritto costituzionale alla manifestazione del pensiero".
Una diritto che rivendichiamo anche noi come giornale. Gli stessi che augurano di ''affogare'' ai 629 persone, che insultano tutto e tutti e che si esprimono a parolacce ci accusano di ''essere di parte'' perché raccontiamo che davanti al commissariato del Governo 250 persone si sono radunate per manifestare contro la linea maggioritaria. Il tutto, poi, è condito con dotte considerazioni del tipo ''lo fanno perché hanno paura di perdere i contributi pubblici ma ora per voi giornalai è arrivato il tempo che vi chiudano tutti''. Caspita, un mondo bello quello che questi signori si augurano per il loro futuro senza pluralismo di idee e opinioni.
Ci teniamo, invece, a precisare che noi siamo una testata giornalistica, orgogliosi di essere praticamente l'unica in provincia che ha rifiutato i contributi pubblici già l'anno scorso (esistiamo da un anno e mezzo) e proprio per questo siamo liberi. Non percepiamo nessun tipo di finanziamento da nessun partito e anzi ci arrabattiamo, giorno, per giorno, per trovare pubblicità per garantirvi informazione gratuita e in tempo reale. Per quanto riguarda, poi, le opinioni e le idee e le proposte, le troverete sempre sul nostro giornale, come in qualsiasi giornale che si rispetti. L'articolo 1 del Testo unico dei doveri del giornalista dice che "è diritto insopprimibile dei giornalisti la libertà d’informazione e di critica". Se volete un'informazione uniforme, piatta, povera di spirito critico non facciamo per voi, ma è il mondo dell'informazione che non fa per voi.
Il diritto di critica è una conquista insopprimibile, per quel che ci riguarda, e continueremo ad esercitarlo finché riusciremo a stare in piedi. Voi arrabbiatevi, commentate, discutete, fateci cambiare opinione, siamo pronti ad ascoltarvi e a leggervi, ma fatelo, per favore, con rispetto prima di tutti per sé stessi. In fondo dietro un pc c'è sempre un essere umano. Troll a parte.