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Educazione di genere, una valanga di adesioni all'appello dei genitori per il ripristino dei corsi. Oltre 5 mila firme in poche ore
L'appello per la riattivazione dei percorsi sospesi dalla giunta Fugatti è stato lanciato sulla piattaforma Change.org. "E' un'iniziativa seria che andrebbe valorizzata ed esportata, non bloccata"

TRENTO. Il prossimo obiettivo è quello dei 10 mila sostenitori, ma a 24 ore dal lancio erano già 3.500. La petizione, che spopola online tramite i social e whatsapp, riguarda i percorsi di genere e chiede che siano ripristinati. L'appello, partito da un gruppo di genitori, è rivolto al presidente Maurizio Fugatti, all'assessore all'Istruzione Mirko Bisesti e all'assessora alle Pari opportunità Stefania Segnana (Questo il link per le adesioni).
Maria Giovanna Franch è tra questi genitori, convinta che i percorsi di educazione alla relazione di genere, quelli sospesi dalla nuova giunta, siano invece da difendere. "Abbiamo pensato di unire le voci perché non rimanessero sparse. Questo è un progetto valido sospeso senza motivazioni. Prima di interrompere questi percorsi si sarebbero dovuti sentire i promotori, le formatrici, i genitori, gli insegnanti".
Tra i destinatari dell'appello Mirko Bisesti, l'assessore all'istruzione: "Sono contento che se ne discuta e che dei cittadini partecipino in modo democratico al dibattito su questo tema", afferma. Ma difende il suo operato: "Abbiamo deciso di sospendere questo progetto per verificarne i contenuti e stiamo raccogliendo tutti gli elementi utili. Stanno emergendo questioni inaspettate - afferma - che vanno oltre ai singoli corsi".
La petizione, veicolata attraverso la piattaforma Change.org, è partita sabato sera e nel giro di poche ore le adesioni sono cresciute in modo esponenziale. Messaggini, post su Facebook, un tam tam che ha raggiunto numerose persone, pronte a sottoscrivere la petizione, il cui testo ripercorre la vicenda e si conclude con la richiesta della riattivazione dei percorsi di educazione alla relazione di genere.
"Il 28 dicembre 2018 la nuova giunta provinciale trentina, appena insediata, ha comunicato l’intenzione di sospendere i percorsi di educazione alla relazione di genere attivati presso alcuni istituti scolastici. Tali percorsi - si legge nel testo dell'appello - sono il frutto di un progetto nato da una partnership istituzionale tra diversi enti – Iprase, Commissione Provinciale Pari Opportunità, Centro Studi Interdisciplinari di Genere dell’Università di Trento, Assessorati provinciali all'Istruzione e alle Pari Opportunità – e dal 2007 vengono messi a disposizione delle scuole, costituendo un’eccellenza riconosciuta a livello nazionale ed europeo nella sensibilizzazione di ragazzi e ragazze, insegnanti e genitori su temi quali la violenza contro le donne, la disparità di genere nel mercato del lavoro e la conciliazione lavoro-famiglia, gli stereotipi che influenzano le scelte formative e lavorative dei giovani e presenti nelle immagini veicolate dai mass media, soprattutto televisione e pubblicità".
"Un’eccellenza nel campo dell’insegnamento del rispetto nelle relazioni tra uomini e donne, con il fine ultimo di prevenire violenza e discriminazioni, che dà concreta attuazione alla legge provinciale sulla Promozione della parità di trattamento e della cultura delle pari opportunità tra donne e uomini e, più in generale, si pone sul solco di quanto espresso nell'articolo 3 della Costituzione italiana".
"Come genitori e cittadini/e che desiderano una società più giusta per sé e per i propri figli - continua il testo dell'appello - crediamo che la scuola abbia un ruolo cruciale nella promozione della cultura dell’uguaglianza e della parità di diritti e dignità per uomini e donne, e che sia obbligo della politica, nel rispetto della Costituzione, sostenere tutte le azioni tese al raggiungimento di tale scopo".
"Come genitori e cittadini/e che desiderano una società più giusta per sé e per i propri figli chiediamo quindi che la politica si adoperi per non alimentare inutili e ambigue strumentalizzazioni ideologiche, rispettando l’autonomia delle istituzioni scolastiche e formative, e ancora prima la stessa Costituzione. E chiediamo - conclude la petizione - che i percorsi di educazione alla relazione di genere fin qui intrapresi vengano immediatamente riattivati".