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Coronavirus, Conte: “Troppo facile dire apriamo tutto, no all’improvvisazione”, per il 4 maggio si pensa a “una riapertura graduale e sostenibile”
Conte prepara il piano per il 4 maggio: “Per la fase 2 non possiamo affidarci all’improvvisazione, l’allentamento delle restrizioni avverrà in maniera graduale – poi aggiunge – abbiamo messo al primo posto la tutela della salute dei cittadini, possiamo essere fieri di come stiamo affrontando questa durissima prova”

ROMA. “Assumeremo le decisioni che spettano alla politica come abbiamo sempre fatto, con coraggio, lucidità, determinazione”, così il presidente del consiglio Giuseppe Conte ha preannunciato che nel breve periodo sarà varato il programma per far ripartire il paese dopo il lockdown che ha paralizzato tantissime attività.
Il governo infatti, di concerto con la task force di esperti, sta approfondendo tutti gli aspetti per la prossima riapertura: “Alla fine, ci assumeremo la responsabilità delle decisioni, che spettano al Governo e che non possono essere certo demandate agli esperti, che pure ci offrono una preziosa base di valutazione – ha ricordato Conte che poi ha aggiunto – prima della fine di questa settimana confido di comunicarvi questo piano e di illustrarvi i dettagli di questo articolato programma”. Una previsione ragionevole è che il piano governativo venga applicato a dal prossimo 4 maggio.
Il programma secondo il presidente del consiglio dovrà tener conto delle differenze che esistono nel paese, “ma non permetterò mai che si creino divisioni – ha precisato – dobbiamo marciare uniti e mantenere alto lo spirito di comunità, è questa la nostra forza”. Da quel che trapela l’Italia si avvia verso una riapertura graduale e sostenibile, che tenga conto di tutti i molteplici aspetti, operativi e scientifici. Un programma nazionale dunque, che faccia i conti con le peculiarità territoriali: “Dovremmo offrire una riorganizzazione delle modalità di espletamento delle prestazioni lavorative, un ripensamento delle modalità di trasporto, nuove regole per le attività commerciali”.
Nel frattempo continua la lotta sul fronte del contenimento dell’epidemia, in questo senso Conte ha ribadito come il governo abbia messo al primo posto la tutela della salute dei cittadini: “Smettiamola di essere severi con il nostro Paese, tutto il mondo è in difficoltà, possiamo essere fieri di come stiamo affrontando questa durissima prova”. Ad ogni modo il governo procede verso la Fase 2, ovvero “quella della convivenza con il virus. È fin troppo facile dire apriamo tutto – ha osservato Conte – ma i buoni propositi vanno tradotti nella realtà, nella realtà del nostro Paese, tenendo conto di tutte le nostre potenzialità, ma anche dei limiti attuali che ben conosciamo”.
Una fuga in avanti potrebbe pregiudicare i risultati raggiunti finora: “In questa fase non possiamo permetterci di agire affidandoci all’improvvisazione – ha affermato il presidente del consiglio – non possiamo abbandonare la linea della massima cautela, anche nella prospettiva della ripartenza”. Un secco “no” alle decisioni estemporanee prese sulla scia dell'emotività o sotto le pressioni dell'opinione pubblica, ma bensì un allentamento delle restrizioni che avverrà in maniera graduale “sulla base di un piano ben strutturato e articolato”. D’altra parte l’allentamento delle misure porta con sé il rischio concreto di un ritorno dei contagi che rischierebbe di mettere in ginocchio il paese proprio nella cruciale fase della ripartenza.