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Coronavirus, Zaia risponde a Bassi: ''Lettera al ministero per prendere in considerazione tutti i dati. Altrimenti il Veneto sembra vada peggio della situazione reale''
Il presidente della Regione Veneto chiede che Roma prenda in considerazione dati standardizzati. Zaia: "Ci sono aspetti che in altre Regioni sono interpretati in maniera diversa, questo è condivisibile e non critico nessuno, ognuno ha il suo piano di sanità pubblico. Nessuno però ha il numero di tamponi che abbiamo noi e non si può confrontare una Ferrari con una Cinquecento"

VENEZIA. "E' stata inviata una lettera all'Istituto superiore di sanità per chiedere una standardizzazione dei dati, anche se capiamo che siamo un caso anomalo, abbiamo fatto da apripista in molti ambiti". Così Luca Zaia, governatore della Regione Veneto, nel punto stampa sull'epidemia Covid-19. "Noi facciamo tanti test rapidi e facciamo la conferma di tutte queste analisi con il tampone molecolare, così come a tutti i contatti stretti dei positivi. Aspetti che in altre Regioni sono interpretati in maniera diversa, questo è condivisibile e non critico nessuno, ognuno ha il suo piano di sanità pubblico. Nessuno però ha il numero di tamponi che abbiamo noi e non si può confrontare una Ferrari con una Cinquecento".
Sono stati analizzati 56.430 tamponi nelle ultime 24 ore: 3.883 positivi. "Non ci si deve fermare al numero assoluto, questi dati - prosegue il presidente del Veneto - significano un rapporto contagi/tamponi del 6,88%. Oggi i positivi sono 85.093 in totale, i ricoverati 3.176 (-46 rispetto ieri con un +18 in terapia intensiva e -64 in area non critica. I morti sono 108 e sono state dimesse 8.339 persone"
Il presidente della Regione Veneto chiede che Roma prenda in considerazione dati standardizzati. E nel corso della conferenza stampa viene richiesta una battuta sulle analisi di Davide Bassi, l'ex rettore dell'Università di Trento evidenzia che ministero e Iss non utilizzerebbero le variazioni dei test rapidi di giornata, il professore prende in esame la situazione trentina e che alla fine a pagare il conto sono le realtà come il Veneto (Qui analisi poi ripresa dai quotidiani veneti). Solo una settimana fa, il Trentino ha iniziato a comunicare ai cittadini il contagio anche con i test antigenici, usati in maniera sempre più importante, mentre il tampone molecolare viene utilizzato soprattutto per confermare la negatività e la guarigione, come più volte evidenziato da Il Dolomiti.
"Non conosco la situazione specifica ma l'Iss mette in fila i dati - dice Zaia - si dovrebbero inserire i tamponi molecolari e quelli rapidi che sono certificati e affidabili, così chiudiamo la partita. Abbiamo le fatture dei test e tracciamo tutto. E' importante rapportare i positivi ai tamponi analizzati: non si deve ragionare esclusivamente sui numeri assoluti. Servono dati uniformi, altrimenti è impossibile ogni valutazione: non è una difesa ma una constatazione. La situazione sul territorio sembra fuori controllo se si legge la stampa nazionale, ma effettuiamo i test. Il ministero ha chiesto di caricare anche i dati degli antigenici ma bisogna vedere se lo fanno tutti perché alla fine vedo sempre i 20 mila tamponi effettuati dal Veneto".
E' attesa una nuova ordinanza di Zaia in vigore dalla mezzanotte di oggi. Questo dopo un provvedimento preso qualche settimana fa in comune accordo dal presidente del Veneto, Stefano Bonaccini (Emilia-Romagna) e Massimiliano Federiga (Friuli Venezia Giulia) per fronteggiare il rischio assembramenti e criticità legati alla movida. Un modo per anticipare eventuali misure da Roma e scongiurare il passaggio da zona gialla a quella arancione o rossa. Ci sono in queste nuove misure alcune restrizioni, come la necessità che già alle 11 i clienti dei bar devono restare seduti nei locali o nei plateatici, un modo per limitare gli assembramenti, soprattutto nelle ore dell'aperitivo. L'orario preferenziale nei supermercati per over 65 è invece dalle 10 alle 12.
"La preoccupazione di tutti è quella di svuotare gli ospedali - aggiunge Zaia - mentre un altro nodo è quello di campionare il più possibile la popolazione. Serve una valutazione omogenea dei dati: nessuno ha il numero di tamponi che abbiamo noi. Abbiamo una gestione virtuosa, effettuiamo i test sugli operatori sanitari ogni 4 giorni: quasi nessuno conosce queste procedure. Non minimizzo nulla, siamo preoccupati e chiederemo alla dottoressa Russo una analisi epidemiologica, ma il numero di tamponi che facciamo è indicativo e il nostro indice Rt dei sintomatici è sceso sotto l'1, mentre quello sui 14 giorni è di 1,01".
Oggi è prevista l'assegnazione delle zone di rischio Covid. L'Rt si attesta a 0,92 e quindi inferiore a 1,25. Questo dovrebbe garantire al Veneto la zona "gialla". Ma sono 21 gli indicatori e quindi si devono attendere le indicazioni da Roma. Grande attenzione a Verona. "Una grande tensione sull'ospedalizzazione: è la provincia che ha trovato più positivi, ma bisogna sempre vedere anche quanti tamponi sono stati fatti".
Un appello poi ai cittadini. "Possiamo fare tutte le ordinanze che vogliamo ma è una questione di responsabilità personale. Si deve evitare ogni tipo di assembramento. Probabilmente resteremo in fascia gialla, ma bisogna fare attenzione, abbiamo gli ospedali pieni quindi bisogna evitare i contatti. Non sono un sostenitore del lockdown e mi sembra che anche il governo abbia abbandonato questa idea, ma dobbiamo impegnarci al massimo. La preoccupazione resta comunque alta, il tema delle terapie intensive pesa perché va a 'cannibalizzare' risorse da altri reparti. Ci sono pur timidi segnali di decrescita da qualche giorno e mi auguro che ci sia un consolidamento".