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De Bertoldi all'attacco: ''Cgil e immigrati, connubio perfetto. Voto anche ai clandestini?''. Ianeselli: ''Desolante, un senatore contro un diritto. Un austriaco residente qui da anni non può votare?''
Tutto parte da un post sui social da parte del candidato sindaco a Trento per il centrosinistra e il Patt. A fronte di numerose richieste aveva spiegato che i cittadini comunitari residenti possono votare per eleggere il primo cittadino. Botta e risposta tra Ianeselli e de Bertoldi

TRENTO. Botta e risposta tra Franco Ianeselli e il senatore Andrea de Bertoldi. Il nodo del contendere è il diritto di voto alle prossime elezioni comunali per i cittadini comunitari residenti sul territorio.
Tutto parte da un post sui social da parte del candidato sindaco a Trento per il centrosinistra e il Patt. A fronte di numerose richieste aveva spiegato che i cittadini comunitari residenti possono votare per eleggere il primo cittadino anche se non hanno ancora la cittadinanza italiana: ci si doveva registrare all'ufficio anagrafe del Comune entro l’11 agosto scorso. E per agevolare ulteriormente l'iter, le forze politiche avevano realizzato una guida in diverse lingue.
Un intervento che non è stato digerito dal senatore in quota Fratelli d'Italia, compreso di immancabile attacco ai migranti accusati di qualsiasi cosa dalla destra, unico grande tema per cercare di recuperare consensi. "La Cgil e gli immigrati, un connubio perfetto. Magari per non farsi mancare nulla, a breve proporranno pure il voto per i clandestini, che, grazie alle Sinistre, stanno invadendo il Paese. Svegliamoci italiani", il commento di de Bertoldi, corredato dall'hashtag "NoTrentocgil".
Immediata la replica del candidato sindaco. "E' triste e desolante vedere un senatore della Repubblica che si scaglia contro un diritto affermato dalla legge, il diritto di voto alle elezioni comunali per i cittadini comunitari residenti. Che è un modo per affermare la nostra appartenenza all'Unione europea e per rendere i cittadini partecipi e responsabili della vita politica nella loro comunità. Secondo de Bertoldi un austriaco, un rumeno o un francese residenti da anni a Trento non dovrebbero poter votare per eleggere il sindaco. Solo lui sa il perché", dice Ianeselli.