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L'ultradestra cristiana contro il vaccino e la Chiesa: ''I cristiani non abbraccino azioni dal sapore nazista, legittimando una Shoah 2.0''
Adriano Crepaldi, presidente di Azione Cristiana Evangelica, si scaglia contro la Congregazione per la dottrina della Fede e la posizione ufficiale del Vaticano che ha dato il suo benestare all'utilizzo del vaccino contro il coronavirus anche se alcuni di questi sono stati realizzati partendo da ricerche anche su linee cellulari fetali. Per il movimento che guarda a Meloni come referente politico ''i cristiani non devono scendere a compromessi. Evitino di farsi inoculare sieri su cui mancano le dovute garanzie''

ROMA. ''I cristiani non scendano a compromessi, abbracciando azioni dal sapore nazista e legittimando una Shoah 2.0. Evitino quindi di farsi inoculare sieri, su cui mancano le dovute garanzie data la rapidità con cui sono stati realizzati, costati la vita a migliaia di creature innocenti''. Questo è Adriano Crepaldi, presidente di Azione Cristiana Evangelica, associazione nata con lo scopo di costituire un blocco cristiano conservatore come succede negli Stati Uniti con il blocco evangelico di ultra destra di supporto al Partito Repubblicano. Il partito di riferimento, nel nostro Paese, è Fratelli d'Italia e Giorgia Meloni è la figura politica cui guardano questi soggetti.
La presa di posizione, dal sapore no-vax oltre che, possiamo dirlo serenamente, no-brain visto che il paragone con la Shoah è qualcosa di aberrante, arriva all'indomani delle dichiarazioni della Chiesa che ha dato il suo ''ok'' ai vaccini anti-Covid dal punto di vista ''etico'' e ''morale''. Il problema, infatti, era che il processo di ricerca che è arrivato alla produzione di quelli che dovrebbero rappresentare la salvezza dell'umanità nei mesi a venire, i vaccini anti coronavirus, ha riguardato anche linee cellulari che provengono da feti abortiti nel secolo scorso.
Come spiegava Science, infatti, ''almeno cinque dei vaccini contro Covid-19 utilizzano una delle due linee cellulari fetali umane: Hek-293, una linea di cellule renali ampiamente utilizzata nella ricerca e nell'industria che proviene da un feto abortito intorno al 1972; e Per.C6, una linea di cellule di proprietà di Janssen, una filiale della Johnson & Johnson, sviluppata a partire da cellule retiniche di un feto di 18 settimane abortito nel 1985''. Pochi giorni fa, ben conscio del disastro che sta vivendo il mondo che conta già oggi oltre 1,7 milioni di vittime per il Covid, il Vaticano ha diffuso una nota con la Congregazione per la dottrina della Fede firmata dal cardinale Luis Ladaria, prefetto dell’ex Sant’Uffizio, che recitava così: ''In questi ultimi mesi, sono pervenute a questa Congregazione diverse richieste di un parere sull’uso di alcuni vaccini contro il virus Sars-CoV-2''. E allora è arrivata la presa di posizione, arzigogolata come può essere un tentativo di spiegare quel che è ovviamente accettabile e chiaramente comprensibile nel 2020 ma totalmente inimmaginabile e incomprensibile per un'istituzione millenaria che vive dell'immutabilità del tempo.
''La ragione fondamentale - spiega ancora la Congregazione per la dottrina della Fede - per considerare moralmente lecito l’uso di questi vaccini è che il tipo di cooperazione al male (cooperazione materiale passiva) dell’aborto procurato da cui provengono le medesime linee cellulari, da parte di chi utilizza i vaccini che ne derivano, è remota. Il dovere morale di evitare tale cooperazione materiale passiva non è vincolante se vi è un grave pericolo, come la diffusione, altrimenti incontenibile, di un agente patogeno grave: in questo caso, la diffusione pandemica del virus SARS-CoV-2 che causa il Covid-19. È perciò da ritenere che in tale caso si possano usare tutte le vaccinazioni riconosciute come clinicamente sicure ed efficaci con coscienza certa che il ricorso a tali vaccini non significhi una cooperazione formale all’aborto dal quale derivano le cellule con cui i vaccini sono stati prodotti''.
Insomma parole di minimo buonsenso che non rappresentano comunque un'apertura della Chiesa rispetto all'aborto visto che si precisa, che ''l’utilizzo moralmente lecito di questi tipi di vaccini, per le particolari condizioni che lo rendono tale, non può costituire in sé una legittimazione, anche indiretta, della pratica dell’aborto, e presuppone la contrarietà a questa pratica da parte di coloro che vi fanno ricorso''.

Il buonsenso, invece, non ce l'hanno questi oltranzisti di destra che appoggiano Meloni e lo dimostrano le parole del presidente di Azione Cristiana Evangelica Adriano Crepaldi: ''Prendiamo seriamente le distanze dalla Congregazione per la Dottrina della Fede della Santa Sede. Le affermazioni folli secondo cui i vaccini anti Covid, prodotti con cellule di feti abortiti, siano “eticamente ineccepibili” sono senza senso. I cristiani non scendano a compromessi, abbracciando azioni dal sapore nazista e legittimando una Shoah 2.0. Evitino quindi di farsi inoculare sieri, su cui mancano le dovute garanzie data la rapidità con cui sono stati realizzati, costati la vita a migliaia di creature innocenti''. Insomma ci sono anche loro nella galassia ultrareligiosa della destra italiana e nel simbolo hanno inserito direttamente il nome di Giorgia Meloni: così giusto perché è importante sapere.