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"Nuova ondata, vecchi problemi: carenza cronica di personale nelle RSA", l'appello di Marcella Tomasi, Segretaria Provinciale Uil Fpl
Aumentano i contagi, ma calano gli operatori nelle Rsa. Marcella Tomasi si appella alle autorità perché si trovino soluzioni a queste carenze di personale: "a fronte della ripartenza dell’emergenza e dei contagi da Covid-19 appare evidente l’esiguo numero di professionisti socio sanitari e assistenziali presenti nelle nostre Rsa"

TRENTO. Nelle Rsa aumentano i contagi, ma diminuiscono gli operatori. In un comunicato stampa divulgato nel primo pomeriggio di oggi, domenica 1 novembre, la Segretaria Provinciale Uil Fpl Enti Locali Marcella Tomasi lamenta una carenza cronica di personale nelle Rsa. "La situazione che ad oggi ci troviamo ad affrontare - dichiara - è che, a fronte della ripartenza dell’emergenza Covid-19 (ma non solo) appare evidente l’esiguo numero di professionisti socio sanitari e assistenziali presenti nelle nostre Rsa".
"Non serve a nulla la polemica di questi giorni, politica ma non solo (lo stesso Ordine degli infermieri si è espresso in merito), bisogna cercare soluzioni veloci per trovare quanto prima professionisti disponibili a lavorare all’interno di queste strutture" scrive Tomasi. Un appello alla politica locale e nazionale a mettersi in gioco per trovare soluzioni a questo problema, per garantire che agli ospiti di queste strutture vengano garantiti i servizi e le cure di cui hanno bisogno.
Alcune soluzioni possibili le suggerisce la stessa Segretaria, che nel comunicato stampa propone: "Mettiamo in campo, quanto prima, convenzioni di “messa a disposizione” del personale, come fatto nella prima fase per gli OSS occupati nelle Comunità di Valle e nel Terzo Settore (in particolare nell’assistenza domiciliare) che si sono trovati a non poter espletare la loro attività, i primi, e in Fondo di Solidarietà i secondi, che sono stati rimpiegati nelle strutture a fianco degli operatori già presenti. Troviamo un accordo con le strutture private convenzionale per dare la possibilità, volontariamente, al personale che vorrà mettersi a disposizione per lavorare nelle strutture già in difficoltà".
L'ultimo invito è quello di ricompensare il duro lavoro di questi professionisti, riconoscendolo anche economicamente "riaprendo la contrattazione collettiva provinciale ed inquadrando correttamente da un punto di vista giuridico-economico queste figure fondamentali per il sistema delle Rsa".