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Erbicidi nell’acquedotto di Calceranica, la denuncia di Degasperi: “Nessuno vuole indagare per individuare i responsabili”

La Pat conferma: “Nell’acquedotto trovati inquinanti chimici oltre i valori previsti dalla normativa”. Si tratta di due prodotti fitosanitari: Metolaclor e Terbutilazina. Degasperi: “Come spesso accade si è preferito far finta di nulla e nascondere la polvere sotto il tappeto ma in gioco c’è la salute delle persone”

Di Tiziano Grottolo - 02 settembre 2021 - 11:12

CALCERANICA AL LAGO. Era l’ottobre 2020 quando l’Amministrazione comunale di Calceranica al lago era stata costretta a sospendere l’approvvigionamento idrico dalla sorgente di Slavazzi, la stessa che rifornisce di acqua potabile molte famiglie del posto. Nello stesso periodo infatti era stata rilevata la presenza di quelli che la Provincia aveva definito, a seguito degli accertamenti dell’Azienda sanitaria, “inquinanti chimici che si ritengono possono provenire da prodotti fitofarmaci utilizzati in agricoltura”.

 

Come sottolinea il consigliere provinciale Filippo Degasperi, che sul tema ha depositato due interrogazioni, la Provincia è corsa ai ripari finanziando lavori per circa 350mila euro. In particolare è stato creato un nuovo collegamento idrico e la rete preesistente è stata migliorata con l’installazione di due filtri ai carboni attivi e il rinnovamento di alcune pompe e apparecchiature varie. “In seguito al rilevamento di fitofarmaci nel bacino idrico della sorgente di Slavazzi l’acqua non era più potabile”, commenta il leader di Onda Civica.

 

Dalla risposta fornita dall’assessore all’ambiente Mario Tonina era emerso che dalle analisi effettuate era stata rilevata la presenza “oltre i valori di parametro previsti dalla normativa di settore” dei principi attivi di due prodotti fitosanitari: Metolaclor e Terbutilazina, entrambi appartenenti alla categoria degli Erbicidi.

 

Dopo i lavori effettuati sull’acquedotto pare che non siano emerse nuove anomalie. “L’Azienda provinciale per i servizi sanitari – spiega Tonina – in accordo con il gestore del servizio idrico e gli altri enti interessati, ha predisposto per il periodo aprile-settembre 2021 un piano di controllo a cadenza settimanale per il monitoraggio continuo della qualità dell’acqua di detta sorgente in relazione alla presenza di antiparassitari. Tutti i campioni finora consegnati al laboratorio dell’Agenzia provinciale per la protezione dell’ambiente sono risultati conformi alla normativa e nessun principio attivo è stato rilevato oltre il limite di quantificazione del metodo utilizzato (cioè 0.02 µg/l)”.

 

Eppure restano alcuni interrogativi. Non è chiaro per esempio come gli erbicidi siano finiti nell’acquedotto. Secondo un’ipotesi lo sversamento potrebbe essere legato ai lavori di pulizia di alcuni atomizzatori, li stessi che vengono utilizzati per i trattamenti nelle campagne.

 

“Sono stati trovati dei pericolosi erbicidi nell’acqua potabile tanto che sono stati effettuati dei lavori urgenti – osserva Degasperi – ma a quanto pare nessuno è intenzionato a individuare i responsabili. Avendo localizzato l’inquinante si poteva almeno provare a identificare chi lo ha utilizzato nello stesso periodo, ma da quanto mi risulta ciò non è stato fatto. Come spesso accade si è preferito far finta di nulla e nascondere la polvere sotto il tappeto ma in gioco c’è la salute delle persone”.

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