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La Giunta Fugatti riapre le discariche, Rossi a Tonina: ''Date la colpa a quelli di prima, ma in quelli di prima c'eri anche tu. Dopo 3 anni vi accorgete dei problemi?''
La scelta della Giunta Fugatti è quella di proseguire con la pianificazione. La Pat ha formalizzato la localizzazione di alcune aree nel cosiddetto "Catino nord" della discarica di Ischia Podetti per i rifiuti urbani e quelli speciali non pericolosi, mentre in via temporanea c'è il ricorso a quelle di Imer e Monclassico

TRENTO. "Non sono state valutate alternative e adesso la colpa viene data a quelli di prima". E' duro l'ex presidente Ugo Rossi (Azione) nei confronti del vice presidente Mario Tonina sulle riaperture delle discariche di Imer e Monclassico. "Dopo tre anni di legislatura non ci sono piani e progettualità. Si scarica la responsabilità sulla consiliatura precedente, ma prima faceva parte proprio della maggioranza di centrosinistra e nello stesso partito dell'allora assessore competente (Mauro Gilmozzi in quota Upt, ndr)".
Il tema delle discariche è molto sentito, soprattutto alla luce delle indicazioni di riaprire i siti periferici. Le popolazioni nel Primiero e in val di Sole hanno manifestato fin da subito una fortissima contrarietà. Negli scorsi giorni il Comitato spontaneo di cittadini ha consegnato un plico di 3 mila firme , raccolte in pochissimo tempo, nelle mani di Walter Kaswalder contro la riapertura della discarica di Imer: "Sarebbe un incubo che diventa realtà" (Qui articolo). Un'operazione simile è in corso per quanto riguarda Monclassico, la petizione sulla piattaforma Change.org si avvia verso le mille sottoscrizioni (Qui petizione).
La scelta della Giunta Fugatti è quella di proseguire con la pianificazione. La Pat ha formalizzato la localizzazione di alcune aree nel cosiddetto "Catino nord" della discarica di Ischia Podetti per i rifiuti urbani e quelli speciali non pericolosi, mentre in via temporanea c'è il ricorso a quelle di Imer e Monclassico (Qui articolo).
"A oggi non sono state valutate altre soluzioni, non è stato approfondito nulla: per esempio - evidenzia Rossi - si può aumentare il conferimento in Alto Adige, si può passare da 13 mila a 25 mila tonnellate; ci si può rivolgere alla Lombardia e al Veneto. Queste sono le prime alternative per guadagnare tempo e attrezzare Ischia Podetti. Il vice presidente Tonina si è limitato a leggere i piani precedenti per dare la colpa a quelli di prima. Nel 2014 è stato redatto un piano, l'attuazione è stata parziale e complicata ma l'attuale Giunta conferma di non aver fatto progressi".
L'effetto degli interventi previsti si esaurirà da qui al 2026, quando si sarà completato l'aggiornamento della strategia provinciale in materia, orientata ai principi dell'economia circolare, della tutela e salvaguardia ambientale e di responsabilità, autonomia ed autosufficienza.
"La Provincia non ha pianificato nulla - dice Rossi - nessuna programmazione a inizio legislatura e dopo 3 anni di silenzio tombale si è accorta che c'è questa criticità. Non sono state valutate alternative ma i tecnici e Tonina avrebbero dovuto sapere fin da subito di questa situazione e non solo ora. Ricordo che l'accordo con Bolzano del 2017 prevede una durata di 5 anni più un altro quinquennio. Adesso ci viene spiegato che c'è un'interlocuzione tra Fugatti e Kompastcher: solo ora e dopo che dal 2018 si vedono in Giunta regionale quasi tutte le settimane".
Ora l'aggiornamento del Piano provinciale per la gestione dei rifiuti dovrà dettagliare in particolare le seguenti azioni: individuazione di specifiche attività di riduzione dei rifiuti prodotti, verificandone nel tempo lo stato di attuazione e la reale efficacia; potenziamento della raccolta differenziata in particolare per i territori meno virtuosi, introducendo obiettivi vincolanti e sanzioni per gli inadempienti; individuazione delle frazione di rifiuti speciali che possano trovare soluzioni di trattamento diverse dallo smaltimento in discarica; definizione, con il supporto tecnico/scientifico degli Enti di ricerca del nostro territorio, delle migliori tecnologie disponibili dal punto di vista economico e ambientale per il trattamento del rifiuto residuo, alternative alla discarica, dimensionate sull'effettiva produzione di rifiuti che rimangono a valle delle iniziative di riduzione e raccolta differenziata.
"Un aggiornamento previsto alla fine dell'anno quindi ci vorrà un altro biennio per la relativa attuazione. E' necessario trovare un'alternativa alla soluzione prospettata della termovalorizzazione in piana Rotaliana: ricordo che tutti erano contrari, compreso il centrodestra", conclude Rossi.