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Paragona il Green Pass al certificato genealogico nazista: bufera sulla leghista Franca Mattiello

L'esponente del Carroccio, alla quale pochi giorni fa mancava pochissimo per entrare a far parte del consiglio comunale di Vicenza, ha condiviso sul suo profilo Facebook un post nel quale si equiparava in sostanza il Green pass al passaporto genealogico istituito da Hitler. Immediate le reazioni dell'opposizione e arrivano anche le critiche interne alla Lega

Di Filippo Schwachtje - 18 settembre 2021 - 10:49

VICENZA. Da mesi ormai i toni sono esasperati all'interno dibattito pubblico relativo al Green Pass e spesso, a portare avanti paragoni azzardati o ipotesi smentite dalla comunità scientifica (secondo Salvini le varianti nascerebbero come “reazione al vaccino”, Qui Articolo), sono proprio esponenti del Carroccio. L'ultimo caso pochi giorni fa, a Vicenza: la leghista Franca Mattiello ha infatti condiviso sul suo profilo Facebook un post nel quale il Green Pass è paragonato addirittura al certificato genealogico istituito da Hitler nella Germania nazista.

 

A Mattiello negli scorsi giorni è mancato un soffio per entrare in consiglio comunale a Vicenza (alcuni consiglieri hanno fatto mancare i numeri necessari alla candidata per ottenere la carica) e dopo la pubblicazione del post è scoppiata una bufera. Il capogruppo del Pd in Regione, il vicentino Giacomo Possamai, ha dichiarato: “Chi paragona Green Pass e misure naziste non può stare nelle istituzioni. Paragonarlo al certificato di razza ariana istituita da Hitler è semplicemente assurdo ed è grave anche solo che si renda necessario specificarlo, quanto questo sia assurdo”.

 

Ma le critiche sono arrivate anche dall'interno della Lega, con il commissario del Carroccio in Veneto Alberto Stefani che ha annunciato “provvedimenti nei confronti della militante”, ribadendo che il partito “si dissocia” dalle parole condivise da Mattiello su Facebook. Anche Chiara Luisetto, esponente della segreteria regionale del Pd e segretaria provinciale di Vicenza, ha commentato la vicenda: “Sono parole inaccettabili, si scusi o lasci. Il paragone utilizzato è semplicemente increscioso perché tocca uno di quei fatti della storia recente europea che rappresentano un'onta per l'intera umanità ed è un argomento da trattare con estrema attenzione”.

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