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Problemi in casa Patt? Marchiori: “Chiacchiericci che rischiano di offuscare il grande lavoro che gli autonomisti stanno facendo per il bene del Trentino”
Dopo gli addii di Rossi e Uez il segretario del Patt Marchiori chiede un passo indietro agli ex esponenti: “Un minimo di coerenza che li porti a rassegnare le dimissioni dalla carica ricoperta per lasciare il posto a chi nel Partito ci crede veramente e vuole portarlo avanti impegnandosi giorno dopo giorno per far crescere gli ideali autonomisti”

TRENTO. Gli addii di Ugo Rossi e Tiziano Uez, passati ad Azione di Carlo Calenda, e le dimissioni dalla presidenza della sezione del Patt di Trento di Marisa Postal, in casa autonomista è in corso un riposizionamento che a quanto pare è tutt’altro che indolore. A metà marzo infatti, le Stelle alpine sono entrate nella maggioranza regionale, al fianco di Lega e Svp, con la nomina ad assessore di Lorenzo Ossanna.
Nei giorni scorsi, Il Dolomiti ha dato conto dell’abbandono del consigliere comunale di Trento Uez e delle dimissioni “irrevocabili” di Postal che spiegava: “Ho più volte richiesto e sollecitato chi mi affiancava di organizzare degli incontri, ma siamo arrivati ad oggi senza esserci mai confrontati con tutti gli iscritti della nostra sezione”. A stretto giro è arrivata la replica del segretario Simone Marchiori che si è detto dispiaciuto “soprattutto perché alcune delle cose riportate derivano da chiacchiericci che rischiano di offuscare il grande lavoro che gli autonomisti stanno facendo per il bene del Trentino”.
D’altra parte ammette il segretario, il 2020 (e anche la prima parte di 2021) è stato un annus horribilis per la politica: “Chi intende l’impegno partitico come relazioni, confronto, dibattito, non può che essersi trovato in difficoltà per non aver potuto mettere in campo nulla di tutto ciò. Ma di fronte a questa situazione il Patt ha cercato, uno dei primi partiti a farlo, di ovviare proponendo serate di approfondimento e confronto sui principali social network. Non è molto, di questo ne sono tutti consapevoli, ma era l’unica opportunità che la situazione offriva”.
Detto questo Marchiori torna anche “sull’improvvisa uscita” di Ugo Rossi, “avvenuta per scelta personale dato che nessun atteggiamento interno aveva messo in discussione la sua figura o le sue idee, avrebbe potuto portare i più maliziosi a pensare ad un cambio di linea politica o ad uno sgretolamento della base autonomista, in realtà ciò non è avvenuto. A tre mesi dall’addio di Rossi, si è di fronte ad un solo passaggio: quello di Tiziano Uez”. Anche se va detto che Uez non è esattamente l’ultimo arrivato in casa autonomista e nelle scorsa legislatura (sempre per il Patt) aveva ricoperto il ruolo di assessore comunale.
“Nessuno vuole minimizzare la cosa – sottolinea il segretario delle Stelle Alpine – in quanto anche un singolo tesserato che se ne va è comunque una sconfitta per un Partito. Ma sono i dati a parlare: nonostante la pandemia il tesseramento sta andando molto bene anche in relazione agli anni passati”. Lo stesso Marchiori promette “un nuovo metodo di lavoro” per mettere sempre più il Patt al centro della scena politica. “Ma si sta lavorando anche ad alcune iniziative di più ampio respiro che possano far riprendere l’attività rispondendo alla richiesta di coinvolgimento e di ascolto dei territori”. La settimana prossima è in programma un consiglio del Partito che avvalli un progetto importante ed ambizioso predisposto dal gruppo organizzativo (nominato proprio in seguito all’addio di Rossi) che metta in relazione la base autonomista con gli esponenti della società trentina per la stesura di una bozza del programma di legislatura in vista delle elezioni provinciali del 2023 con la quale poi aprire il confronto con le altre forze politiche.
“Insomma – conclude Marchiori – il Patt è tutt’altro che immobile di fronte agli avvenimenti. Certo, si può sempre migliorare e si è consapevoli dei limiti che la pandemia, ma non solo, hanno imposto all’attività di coinvolgimento. Ma se si deve mettere in luce un messaggio che emerge chiaro dalla base autonomista, questo è il fastidio per quelle persone che, elette con le Stelle Alpine, hanno poi deciso di abbandonarle senza una motivazione chiara”. Infine il segretario chiede un passo indietro agli ex esponenti “un minimo di coerenza che li porti a rassegnare le dimissioni dalla carica ricoperta per lasciare il posto a chi nel Partito ci crede veramente e vuole portarlo avanti senza ‘piattaforme privilegiate’ ma impegnandosi giorno dopo giorno per far crescere gli ideali autonomisti”.