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Sanità, mozione di Degasperi per gli autisti delle ambulanze: ''In Trentino trattati peggio che nel resto d'Italia, anche se hanno più responsabilità dei colleghi''
Un provvedimento che si innesta inoltre sulle richieste avanzate nei mesi scorsi dalla Cisl Fp. Degasperi (Onda civica): "La responsabilità sul territorio provinciale è maggiore in quanto rilevano i parametri vitali e spesso effettuano anche manovre salvavita. Recentemente l'Apss ha negato l'indennità di rischio infettivo, nonostante abbiano trasportato moltissimi pazienti sospetti o conclamati Covid"

TRENTO. Una mozione per colmare la lacuna di trattamento agli autisti di ambulanza dell'Azienda provinciale per i servizi sanitari e il riconoscimento dell'indennità di malattie infettive. Questo in sintesi il documento presentato da Filippo Degasperi, consigliere provinciale in quota Onda civica.
Un provvedimento che si innesta inoltre sulle richieste avanzate nei mesi scorsi dalla Cisl Fp. "Gli autisti delle ambulanze sono fondamentali per i soccorsi tempestivi ma in Trentino spesso ci si dimentica di loro. Le responsabilità e i rischi sono aumentati in questi anni per queste figure. Ma purtroppo Apss e Pat puntualmente non riconoscono il giusto valore delle retribuzioni. Inoltre sul territorio nazionale il servizio prestato da queste figure è esclusivamente di autista e non di soccorritore, vengono pagati meglio con meno incombenze" (Qui articolo).
Da allora, però, sembra essersi mosso poco o nulla per cercare di meglio inquadrare queste figure professionali. Così l'esponente di Onda civica ha deciso di portare in Aula questa situazione e ha presentato una mozione per cercare di sbloccare questa situazione.
"Fin dal 2004 - dice Degasperi - il contratto di comparto del personale del servizio sanitario nazionale dispone il riconoscimento delle funzioni di soccorritore per gli autisti di ambulanza con la possibilità di progressione alla categoria C per chi ha il requisito di cinque anni di attività in categoria Bs. La contrattazione provinciale, datata ormai 2007, prevede che in attesa della definizione degli specifici titoli e abilitazioni venga istituita in via transitoria una indennità specifica: 1.800 euro annui lordi, una cifra che copre solo in parte la differenza rispetto all'inquadramento previsto, con ovvio danno per i lavoratori".
Le mansioni in Trentino sono, però, diverse rispetto al resto d'Italia. "Gli autisti di ambulanza in servizio all'Apss - aggiunge Degasperi - pur non essendo riconosciuti e inquadrati come soccorritori, lavorano da soli sui mezzi mentre nelle altre Regioni sono accompagnati dal personale sanitario. La responsabilità sul territorio provinciale è maggiore in quanto rilevano i parametri vitali e spesso effettuano anche manovre salvavita. Recentemente l'Azienda sanitaria ha negato l'indennità di rischio infettivo, nonostante abbiano trasportato moltissimi pazienti sospetti o conclamati Covid".
La mozione verrà trattata nei prossimi giorni e chiede di attivare il tavolo in Apran e il riconoscimento dell'indennità "che è riconosciuta tutti gli autisti delle Regioni ordinarie, mentre l'Apss ha disposto questa misura a tutto il restante personale dell'Unità operativa di Trentino Emergenza: questo genera una macroscopica discriminazione", conclude Degasperi.