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Aumentano gli stipendi dei sindaci, l'ira dei sindacati: ''E' uno schiaffo alle tante famiglie che non arrivano a fine mese anche in Trentino''
A partire dal 2023 è stato deciso un aumento delle indennità di sindaci, vicesindaci e assessori per una cifra che va dal 18% al 46%. Una seconda mossa, spiegano Cgil, Cisl e Uil, dopo quella dell'estate scorsa quando Lega ed Svp garantirono di fatto la scala mobile per gli emolumenti dei consiglieri regionali

TRENTO. “Da un lato si aumentano le indennità dei sindaci dall'altro sono sempre di più le famiglie che continuano la loro lotta quotidiana per fare tornare i conti dei loro bilanci falcidiati dall'inflazione galoppante e dal caro energia”. Questa la presa di posizione da parte dei sindacati in merito alla decisione che vede a partire dal 2023 un aumento delle indennità di sindaci, vicesindaci e assessori per una cifra che va dal 18% al 46%. (QUI L'ARTICOLO)
L'intervento è contenuto nella delibera sull’assestamento di bilancio della regione Trentino-Alto Adige approvata dalla giunta regionale presieduta da Maurizio Fugatti e nei giorni scorsi l'assessore del Patt Lorenzo Ossana aveva spiegato che si riteneva “l’equiparazione delle indennità degli amministratori locali un atto dovuto, come riconoscimento per il loro importante ruolo di responsabilità”.
Non la vedono di certo in questo modo i sindacati che parlano di aumento dei costi della politica voluto dalle istituzioni locali. Una seconda mossa, spiegano Cgil, Cisl e Uil, dopo quella dell'estate scorsa quando Lega ed Svp garantirono di fatto la scala mobile per gli emolumenti dei consiglieri regionali.
Per i sindacati si tratta dell'ennesimo schiaffo a chi per vivere deve lavorare e ai tanti pensionati poveri della nostra provincia. Un'iniziativa dal sapore eminentemente elettoralistico per acquisire consensi in vista delle prossime elezioni provinciali e che rischia di allontanare ancora di più la gente dalla politica, quella con la “P maiuscola”.
"Ci sono sempre due pesi e due misure - commentano i segretari generali delle tre confederazioni trentine Grosselli, Bezzi e Alotti -. Noi chiediamo che quello che vale per i politici, valga anche per i cittadini. Per questo pretendiamo che tutti i benefici sociali vengano immediatamente ancorati al tasso di inflazione e rivalutati subito. In più chiediamo misure immediate per sostenere la contrattazione e dare così forza alla ripresa dei redditi anche nel settore privato che in Trentino vede salari e stipendi più bassi della media del Nordest. Lo chiediamo inascoltati ormai da mesi alla Giunta provinciale. E su questo fronte la Lega ed il presidente Fugatti perseverano nel loro colpevole e cinico silenzio".