Reddito di cittadinanza solo ai giovani che finiscono la scuola dell'obbligo, il ministro: ''In oltre 130mila lo percepiscono solo con la licenzia media''
Mentre dovrebbe scomparire nel 2024 il reddito di cittadinanza, nel 2023, potrebbe essere legato per i giovani al titolo di studio minimo. Un modo per non incentivare i ragazzi e le ragazze a lasciare le scuole condannandosi per il futuro a restare dei percettori di reddito di cittadinanza secondo il vecchio modello disegnato dal governo Giallo-Verde. L'indagine shock del ministero dell'Istruzione

ROMA. Il reddito di cittadinanza continua a far discutere e, detto che il governo dovrebbe abolirlo dal 2024, oggi è emersa una proposta del ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara che legherebbe la possibilità di percepirlo al titolo di studio. O meglio, all'aver completato l'obbligo scolastico.
Il reddito di cittadinanza, infatti, tra le tante storture che ha creato al mondo del lavoro riducendo, giocoforza, i percettori a cercarne uno o a crearne uno, inserendo un modello assistenzialista rischiosissimo anche dal punto di vista culturale (discorso diverso è il sostegno ai poveri che è sacrosanto ma che è sempre esistito anche prima del governo Giallo-Verde), rischia di demotivare anche i giovani nel costruirsi un futuro degno di essere tale.
I dati, infatti, mostrano come ci siano giovani che viste le difficoltà a concludere il ciclo di studi e visto che tanto lo stipendietto dello Stato è assicurato mollano senza completare nemmeno il percorso scolastico. "In Italia ci sono 364.101 percettori di reddito di cittadinanza nella fascia tra i 18 e i 29 anni - ha spiegato oggi il ministro -. Di essi 11.290 possiede solo la licenza elementare o nessun titolo, e altri 128.710 soltanto il titolo di licenza media. Noi riteniamo si debba prevedere l'obbligo di completare il percorso scolastico per chi lo abbia illegalmente interrotto o un percorso di formazione professionale nel caso di persone con titolo di studio superiore ma non occupate né impegnate in aggiornamenti formativi, pena in entrambi i casi la perdita del reddito, o dell'eventuale misura assistenziale che dal 2024 lo sostituirà".
La proposta del ministro Valditara si inserisce nell'ambito della modifica del reddito di cittadinanza per il 2023 e quindi della riforma nel 2024 annunciate nella legge di bilancio. Il ministro dell'Istruzione e del Merito ha fatto eseguire in questo contesto una ricerca alle strutture del ministero a proposito dei giovani nella fascia compresa tra i 18 e i 29 anni percettori di reddito. La ricerca ha dato un esito che il ministro definisce "sorprendente e inquietante", rispetto a cui annuncia di avere elaborato "una proposta che mostra come la parola 'merito' nella visione mia e del governo non sia un orpello retorico, ma costituisca un preciso indirizzo politico".