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''Sono passati 60 giorni dalla tragedia di Caldes. Ad oggi nulla è stato fatto e la paura resta il tema principale. Inadeguata la gestione del dipartimento protezione civile''

A due mesi dall’incidente di Caldes le Associazioni Wwf Trentino e Io non ho paura del lupo esprimono tutto il loro disappunto in merito a quello che è l’operato della Provincia di Trento. L'unica cosa prodotta sembrano essere le nuove regole per il soccorso in aree dove sono presenti lupi e orsi. ''Nel resto d’Italia il lupo è spesso presente da decenni con densità decisamente superiori a quelle locali, eppure non è nota alcuna limitazione relativa alle attività di soccorso rispetto alla presenza sia del lupo, sia nelle Regioni interessate dalla presenza dell’orso bruno''

Di Luca Pianesi - 05 giugno 2023 - 19:50

TRENTO. ''La paura ad oggi rimane il tema principale, e viene alimentata attraverso iniziative discutibili che non trovano alcun riscontro nella Scienza e nelle esperienze delle altre regioni italiane, come le recenti modifiche al protocollo per i soccorritori impegnati nelle operazioni notturne, secondo il quale ogni intervento verrà valutato “caso per caso” rispetto alla presenza di grandi carnivori in zona. Questo tipo di iniziative non solo sottolinea ancora una volta la totale inadeguatezza gestionale e la mancanza di conoscenza del Dipartimento della Protezione civile (a cui è stato accorpato il Servizio foreste e fauna) rispetto al tema dei grandi carnivori, ma imbarazza i volontari e i professionisti del soccorso che del Trentino sono fiore all’occhiello e che si sacrificano ogni giorno per intervenire in caso di bisogno, in ogni condizione e con le opportune valutazioni di sicurezza''. A due mesi dall’incidente di Caldes le Associazioni Wwf Trentino e Io non ho paura del lupo esprimono tutto il loro disappunto in merito a quello che è l’operato della Provincia di Trento rispetto alla carenza di iniziative messe in atto allo scopo di informare, educare e lavorare per la coesistenza tra uomo e grandi carnivori.

 

D'altronde è evidente che 60 giorni dopo lo scenario è desolante se si pensa a quanto documentato da il Dolomiti proprio a Caldes la scorsa settimana con orsi che sono tornati ad avvicinarsi al centro abitato attratti dai rifiuti e i cassonetti che nemmeno lì sono stati sostituiti con bidoni antiorso. Solo dopo l'articolo due bidoni attrezzati sono stati posizionati in due zone del paese. Per il resto si attende la data del 2028 annunciata come termine per la sostituzione dei bidoni antiorso da parte dell'assessora Zanotelli. Male, malissimo se si pensa che questa è una delle motivazioni principali che rendono i grandi carnivori confidenti e quindi, poi, potenzialmente ''problematici''.

 

''Ad oggi - proseguono Wwf e Io non ho paura del lupo - non risultano messe in atto sostanziose iniziative culturali dedicate ai cittadini, ai portatori di interesse e ai turisti per informare rispetto alla presenza di orso e lupo, alle buone pratiche e ai comportamenti corretti da adottare nelle aree di presenza, ma risulta evidente come non esista alcuna progettualità da parte degli uffici Provinciali per sviluppare e proporre ai cittadini iniziative rispetto a questi temi in un periodo tanto delicato e all’inizio della stagione turistica''.

Le due associazioni proseguono spiegando che sul territorio provinciale nulla è cambiato dalla tragedia costata la vita ad Andrea Papi ''e non si tratta solo della cronica mancanza di informazione, diritto di ogni cittadino: ad una segnaletica insufficiente ed inadeguata nelle aree di presenza del plantigrado si affianca la perpetua carenza in molte aree di cassonetti a prova d’orso, ingrediente fondamentale per scongiurare potenziali situazioni critiche, così come, dopo 60 giorni resta eternamente in sospeso anche l’adozione del bear spray, a dimostrazione dell’incapacità politica di risolvere una questione importante di concerto con il Governo nazionale con cui l’Amministrazione Provinciale condivide le forze di maggioranza''.

Tra le poche iniziative intraprese dalla Pat nelle scorse settimane stona ancor di più l’incontro di concertazione convocato con le categorie interessate per parlare di Grandi Carnivori, evento a cui però non sono state invitate le Associazioni Ambientaliste, realtà che da sempre si occupano di fauna e ambiente in Trentino e tra i primi portatori di interesse sul tema; per completezza di informazione sono state invitate all’evento l’Associazione Vignaioli del Trentino, l’Associazione Trentina dell’Edilizia e la Croce Rossa Italiana.

''Il lupo - completano - è presente sulle Alpi da oltre 30 anni, da 11 in Trentino, mentre nel resto d’Italia è spesso presente da decenni con densità decisamente superiori a quelle locali, eppure non è nota alcuna limitazione relativa alle attività di soccorso rispetto alla presenza sia del lupo, sia nelle Regioni interessate dalla presenza dell’orso bruno (Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Lombardia, Piemonte, Abruzzo, Molise, Marche, Lazio). Concludendo, come Associazioni e come cittadini non possiamo che augurarci un repentino cambio di rotta che rimetta davanti ai proclami della fallimentare gestione provinciale dei grandi carnivori la competenza, la serietà e la conoscenza scientifica nel rispetto di tutti coloro che hanno diritto di essere informati, per imparare a coesistere e per conoscere quegli animali con cui conviviamo da tanto tempo e con cui continueremo a condividere gli spazi anche nel futuro''.

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