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Niente soccorsi perché ci sono orsi e lupi? Zanella (Cai Alto Adige): "Sembra una provocazione: strumentalizzazione politica per coprire gli errori"

Molta la perplessità, anche tra i soccorritori, sulle "valutazioni caso per caso" di interventi dove sono presenti orsi e lupi. Il presidente del Cai Alto Adige, Carlo Alberto Zanella: "Una provocazione perché non si riescono a mettere in campo soluzioni serie. Dopo il dramma di Caldes sembra che orsi e lupi siano in passerella ma restano animali schivi e diffidenti"

Di Luca Andreazza - 04 giugno 2023 - 20:34

TRENTO. "A me sembra una strumentalizzazione politica per coprire gli errori di gestione". Queste le parole di Carlo Alberto Zanella. Il presidente del Cai Alto Adige si riferisce alle valutazioni "caso per caso" degli interventi notturni di soccorso nelle aree in cui orbitano i grandi carnivori. "Una provocazione perché non si riescono a mettere in campo soluzioni serie. Dopo il dramma di Caldes sembra che orsi e lupi siano in passerella ma restano animali schivi e diffidenti". 

 

La presenza dei grandi carnivori porta il Trentino a cambiare i protocolli per i soccorritori impegnati nelle operazioni notturne. La novità arriva dopo la tragica morte del 26enne di Caldes, Andrea Papi, ucciso dall’orsa Jj4 mentre era andato a correre nella zona del monte Peller. 

 

“In primo luogo - spiega Raffaele De Col, dirigente della Protezione civile, foreste e fauna della Provincia di Trento - per ogni operazione, dovrà essere effettuata una verifica sulla zona dove si andrà a operare, quindi se siano presenti o meno grandi carnivori e nel caso quali”. Se è vero che gli orsi sono “confinati” al Trentino occidentale i lupi sono presenti su quasi tutto il territorio provinciale. “Fattori come il periodo, l’ora e la stagione influiscono sull’attività dei grandi carnivori". 

 

Un altro tema riguarda la composizione delle squadre di soccorso e le modalità di utilizzo dei cani da ricerca. Le ricerche, ha precisato De Col, non saranno necessariamente sospese (Qui articolo). "Una persona ha un malore nel bosco e in pratica se è comodo si interviene e se invece c'è un qualche rischio si resta a casa. A questo punto bisogna valutare il significato e il titolo di soccorritore. Le operazioni si svolgono spesso in situazioni complesse per il rischio valanga o dettati da altri aspetti, ma questa intenzione di procedere dopo una valutazione sui grandi carnivori è senza senso, una presa di posizione più politica. Le squadre sono composte da 5/7 unità, ci sono mezzi e spesso arriva anche l'elicottero, i rumori spaventano la fauna, compreso orsi e lupi".

 

Molta la perplessità anche tra i soccorritori, che, spessissimo, operano in contesti molto complessi. L'anno scorso sono stati 62 i turisti e i residenti che sono morti solo sulle montagne trentine e 819 quelle rimaste ferite. Mentre in Italia sono stati 504 i morti in montagna. Numeri impressionanti. La Provincia di Trento punta a rimuovere 70 orsi. "Se non si riesce a trovare a Mj5 da quasi due mesi, difficilissimo che un orso resti in zona se percepisce che si trova in pericolo: le squadre dei soccorritori sono numerose e questo li spaventa. Sono sempre sbagliate le estremizzazioni, ma in passato non si sembra ci siano stati rischi di questi incontri durante le attività e mi sembra quindi un tentativo di aumentare il timore verso i grandi carnivori perché c'è qualche impasse da superare e non si riescono a trovare soluzioni", conclude Zanella.

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