
Il ristorante Le Rais si rinnova col crowdfunding: oltre [...]

"Non discriminare i senzatetto con cane", l'appello [...]

Per non dimenticare e costruire un futuro consapevole, [...]

FOTO. Tra fabbriche dismesse e rifugi improvvisati, sono [...]

Coronavirus, impianti chiusi? L'hotel Montana sul Bondone [...]

Cercasi gestore per il Rifugio Nuvolau: il primo della [...]

A scuola di sostenibilità. Nasce l'indirizzo scientifico [...]

"Una lingua per trasmettere il nostro essere". Le Pro [...]
Acli, il 28º congresso elegge il nuovo consiglio. Il [...]

Taglio del nastro in mondovisione per la home edition di [...]
Anffas ritira la disdetta del contratto integrativo. I sindacati: ''Importante assunzione di responsabilità. Ora si può dialogare per trovare le soluzioni''
Le parti sociali avevano fin da subito criticato tempi, modi e motivazioni, che non consentivano a Cgil e Cisl di poter entrare nel merito delle questioni, ma soprattutto di avviare un confronto serio sui molteplici interessi in gioco, servizi per persone particolarmente fragili da salvaguardare, circa 600 lavoratrici e lavoratori professionalmente preparati e competenti, risorse pubbliche e tariffe degli affidamenti

TRENTO. Anffas del Trentino ha rinunciato alla disdetta del contratto integrativo aziendale che avrebbe dovuto comunicare entro ieri, 31 ottobre. Una disdetta a soli 7 giorni dai tempi previsti che era arrivata come un fulmine a ciel sereno e per la quale i sindacati Fp Cgil e Cisl Fp erano subito scesi in campo per bloccare questa ipotesi (Qui artiolo).
"Un risultato importante e che auspicavamo. Tutte le parti coinvolte - spiega Giuseppe Pallanch, segretario della Cisl Fp - si sono assunte la responsabilità per fare sistema e trovare una soluzione. Siamo pronti a fare la nostra parte, ma chiediamo che il dialogo prosegua nel solco della collaborazione e della serietà per mantenere la qualità del servizio e mantenere gli adeguati livelli occupazionali per una realtà fondamentale del tessuto sociale del territorio".
Le parti sociali avevano fin da subito criticato tempi, modi e motivazioni, che non consentivano a Cgil e Cisl di poter entrare nel merito delle questioni, ma soprattutto di avviare un confronto serio e rispettoso dei molteplici interessi in gioco, servizi per persone particolarmente fragili da salvaguardare, circa 600 lavoratrici e lavoratori professionalmente preparati e competenti, risorse pubbliche e tariffe degli affidamenti.
Anche l'assessora Stefania Segnana si era subito mossa per incontrare le parti e chiedere ai vertici di Anffas di aprire una contrattazione per il trovare il modo di salvaguardare i dipendenti che si occupano di persone deboli e disabili. Tra le motivazioni della cooperativa sociale nel disdire il contratto integrativo provinciale, la rescissione dell'accordo nazionale e i nuovi oneri Irap sul personale dipendente a tempo indeterminato.
Un problema, quest'ultimo, legato alla tassazione sul personale delle cooperative sociali, che per norma nazionale devono versare l'Irap anche sul personale a tempo indeterminato: un appesantimento forte sul conto economico, che fino al 2018 era compensato dalla Provincia. Per l'anno in corso la normativa europea prevede che questa compensazione venga considerata parte del contributo de minimis, un plafond oltre il quale non è possibile intervenire.
Questo comporta che una parte del contributo sia a carico della cooperativa sociale. Nel frattempo i servizi provinciali si sono mossi con Bruxelles e avrebbero ricevuto segnali positivi che per il 2020 la situazione venga a risolversi. Per il 2019 invece si dovrebbe prevedere una revisione del sistema tariffario.
Una situazione considerata delicata dall'assessorato e l'impegno di trovare una soluzione per garantire il livello di assistenza a diversamente abili e famiglie. Intanto dopo una lunga trattativa Anffas del Trentino ha ritirato la disdetta e il contratto integrativo viene confermato anche per tutto il 2020 con piena operatività.
Le parti poi si aggiornano al prossimo 7 novembre per definire un calendario di ulteriori incontri per trovare una sostenibilità aziendale nel tempo, tutelare l'occupazione e pianificare soluzioni contrattuali per favorire maggior equità verso i nuovi assunti. Una interlocuzione che prevede anche la partecipazione della Provincia per il riconoscimento dei costi derivanti dalla contrattazione collettiva e conseguente adeguamento delle rette dei servizi offerti per garantire qualità.