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Mercatino di Natale di Trento a rischio? Forse più a livello mediatico che nei fatti tra acquisizioni, permessi e finanziamenti

Un'operazione di Carollo fotocopia o quasi rispetto a quella portata avanti nella città della quercia. Due anni fa il dj e produttore di eventi si era rivolto all'Antitrust per segnalare irregolarità nell'assegnazione della gestione del Natale dei Popoli di Rovereto. Ma la base di partenza sembra diversa

Di Luca Andreazza - 29 settembre 2019 - 23:05

TRENTO. Il mercatino di Natale del capoluogo a rischio? L'ombra lunga di Agostino Carollo anche a Trento dopo il caso dell'anno scorso a Rovereto? Sicuramente c'è un braccio di ferro tra la Everness da una parte, il Comune e l'Azienda per il turismo Trento, Monte Bondone, Valle dei Laghi dall'altra. 

 

Ma forse è più una querelle mediatica tra video su Facebook e un (quasi) totale silenzio dell'amministrazione comunale e dell'Apt dopo un'iniziale bagarre. Va bene il basso profilo, si lavora sottotraccia, si cerca di evitare clamori, ma forse qualche carta andrebbe mostrata per chiarire il quadro, anche davanti a duri attacchi social a mettere nel mirino pure il presidente dell'Azienda, silente dopo un comunicato stampa superfluo.

 

Un'operazione di Carollo fotocopia o quasi rispetto a quella portata avanti nella città della Quercia. Due anni fa il dj e produttore di eventi si era rivolto all'Antitrust per segnalare irregolarità nell'assegnazione della gestione del Natale dei Popoli di Rovereto.

 

L'autorità garante per la concorrenza aveva accolto il ricorso: il Comune si era così trovato costretto a cambiare il regolamento. L'anno scorso ecco il passo falso, un documento mancante, e Carollo a gestire il Natale in quel di Rovereto con tanto di strascico in tribunale post evento tra amministrazione e organizzatore (Quest'anno la gara è stata vinta dalla 0464). Ora ci prova anche a Trento. Vero, c'è un parere dell'Antitrust che infila diversi dubbi, ma il quadro di partenza è diverso (Qui articolo). 

 

Il Mercatino di Trento è organizzato direttamente dall'Apt, un soggetto formalmente privato, che nel 2018 ha acquistato il ramo d'azienda da Trento Fiere per circa 50 mila euro, compreso di marchio, attrezzatura, casette e allestimenti vari. Il Comune non finanzierebbe la kermesse più importante della città per attrattiva e indotto. La manifestazione si autofinanzierebbe in via autonoma e ci sarebbe un capitolo di bilancio separato, attraverso le adesioni e le risorse prettamente private. L'interesse è più ampio e non c'è scopo di lucro, si va in pareggio tra entrate e uscite.

 

Già questi elementi dovrebbero essere dirimenti rispetto all'ipotesi gara per l'assegnazione. Certo, inutile nasconderlo: l'amministrazione poi non resta a guardare e ci mancherebbe, concede le autorizzazioni come l'occupazione di suolo pubblico, prevede parcheggi straordinari e le modifiche alla viabilità. Provvedimenti che vengono concessi a titolo gratuito, il Comune è socio dell'Azienda per il turismo (circa il 7% delle quote), ma la motivazione principale dovrebbe risiedere semplicemente nell'enorme valore del Mercatino per la città: banale il riferimento al giro economico decisamente importante

 

Un campo di scontro è quello della concessione del suolo in piazza Fiera e Battisti. Nel video la denuncia è quella che manca e ora è tardi, mentre Everness avrebbe un diritto di prelazione. Carte che però l'Apt avrebbe consegnato al servizio turismo del Comune e alla polizia già a inizio gennaio: un maxi elenco di eventi e iniziative che prevedono l'utilizzo di spazi pubblici.

 

Una richiesta passata in giunta comunale e approvata a fine gennaio, via libera a tutto, mentre Everness che ha presentato le documentazioni a inizio marzo si sarebbe trovata a incassare un doppio "Niet", un primo diniego a fine marzo e quindi lo stesso concetto ribadito dai servizi comunali a maggio.

 

Anche la selezione degli espositori è definita. In questo caso si va a bando. La scadenza per l'edizione numero 26 del Mercatino era fissata per il 6 maggio scorso, quindi una commissione (la direttrice dell'Apt e quattro esperti nominati dal consiglio di amministrazione dell'Azienda) si riunisce e segue regolamento e disciplinare per assegnare le casette. Insomma, si viaggia tra privato, pubblico e compartecipato, ma i giochi sembrerebbero abbastanza chiari. 

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