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Coronavirus, scuole chiuse e allora i bambini tornano a giocare in strada: due cartelli per avvisare le macchine e il quartiere si rianima
Sono circa 10/12 bambini che si sono dati appuntamento in via delle Cave, a Trento, per giocare. Maistri, ex presidente di circoscrizione: "Era da qualche anno che non succedeva. E' stato bello vedere la via nuovamente piena di vita e di sorrisi. Si saranno fatti una semplice domanda: che facciamo? E avranno dato l'unica risposta che un bambino può dare: giochiamo!"

TRENTO. Nella surreale atmosfera che in questi giorni ha coperto ogni cosa e nella psicosi generale che ha fermato scuole e uffici, proprio dalle strade di Trento arriva una bellissima storia che insegna, ancora una volta, come (forse) non tutto il male venga per nuocere.
I più colpiti, da questa strana settimana, sono forse i bambini. Con le scuole chiuse e tutti i corsi sospesi, i più piccoli si sono infatti trovati a casa, costretti a dover ripensare i propri tempi e i propri spazi. Così, i bambini di via delle Cave si sono rimboccati le maniche e si sono organizzati.
"Da qualche giorno - racconta l'ex presidente della circoscrizione S. Giuseppe S. Chiara, Maria Rosa Maistri - i bambini giocano e si rincorrono per la via. Hanno appeso due cartelli, uno all'inizio della via e uno alla fine. Il primo è stato fatto dai bambini più grandicelli, l'altro da quelli più piccoli".
"Attenzione! Rallentare! I bambini giocano sulla strada", recita il primo cartello corredato da un disegno che raffigura due bimbi (coloratissimi) all'interno di un triangolo rosso. L'altro foglio, appeso poco più in là, ripete il messaggio: "Rallentare! Bambini che giocano". Questa volta, un disegno più semplice accompagna la scritta.

"Correvano su e giù per la via - continua l'ex presidente -. Via delle Cave, va detto, è come fosse un paese. I bambini giocavano, si sedevano sulle scale e chiacchieravano. L'altro giorno, all'ora di merenda, ho sentito che si davano appuntamento per il giorno seguente".
Sono circa 10/12 bambini, alcuni più grandi alcuni più piccini, che hanno pensato bene di farlo presente ai "grandi".

"Per la via passano poche macchine e vanno molto piano. Ma quando uno dei bambini avvistava una macchina, urlava agli altri: 'Macchinaaa'".
Insomma, pare che la chiusura di scuole e corsi abbia permesso ai bambini di sperimentare quella speciale attitudine che è la noia e di riscoprire un mondo scomparso fatto di strade, di giochi a nascondino nelle corti e tra i portoni, di chiacchiere nei vicoli e di una semplicità antica.
"E' un aspetto positivo di questo periodo - conclude Maistri -. Era da qualche anno che non succedeva. Negli anni '90, quando mi sono trasferita qui, c'era tanti bambini che giocavano per strada. E' stato bello vedere la via nuovamente piena di vita e di sorrisi. Si saranno fatti una semplice domanda: che facciamo? E avranno dato l'unica risposta che un bambino può dare: giochiamo!".