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Oltre 600 dipendenti dell'Apss in smartworking, portano avanti da casa moltissime attività fondamentali per il buon funzionamento del nostro sistema sanitario
Le persone collegate in smartworking utilizzano computer e altri dispositivi di loro proprietà, permettendo così ad Apss di dedicare dotazioni di nuovi pc ai nuovi reparti di rianimazione e alle altre necessità degli ospedali

TRENTO. Prevenire la diffusione del coronavirus e garantire la continuità dei servizi. Conciliare queste due esigenze è stato fin dai primi momenti dell’emergenza un imperativo per l’Azienda provinciale per i servizi sanitari.
Oggi sono oltre 600 i dipendenti di Apss in smartworking che portano avanti da casa moltissime attività amministrative e non solo, fondamentali per il buon funzionamento del nostro sistema sanitario.
I dipendenti, in massima parte impegnati in funzioni tecnico amministrative, possono accedere dalla propria abitazione e in sicurezza a tutte le applicazioni che servono per supportare la clinica e i servizi al cittadino. Le persone collegate in smartworking utilizzano computer e altri dispositivi di loro proprietà, permettendo così ad Apss di dedicare dotazioni di nuovi pc – in questo momento di emergenza particolarmente carenti – ai nuovi reparti di rianimazione e alle altre necessità degli ospedali.
Già da alcuni anni Apss ha attivato postazioni di telelavoro domiciliare e smartwork e i clinici possono accedere da remoto ai dati e alle immagini dei propri pazienti in situazioni di particolare necessità.
Queste pregresse esperienze di virtualizzazione delle tecnologie e delle attività – come le video riunioni – hanno permesso oggi a Apss di estendere in brevissimo tempo il lavoro da remoto a un vasto numero di dipendenti.