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Per 19 ore salgono e scendono dal Nevegàl fino a "raggiungere" la cima dell'Everest. La sfida vinta con gli sci dai veneti Lazzaro e Maccagnan
La prova è iniziata alle 7.30 e si è conclusa intorno alle 3 di notte del 2 febbraio, ben 19 ore dopo e per un totale di 86 chilometri di sali e scendi percorsi. Una sfida che non ha spaventato il canoista della nazionale italiana Davide Maccagnan e il runner Aron Lazzaro

BELLUNO. L’Everesting è un’attività che consiste nel salire una salita qualsiasi e ripeterne il dislivello tante volte quante sono necessarie per "raggiungere" gli 8.848 metri del Monte Everest. Normalmente fatta dai ciclisti, può anche essere affrontata a piedi o con gli sci da scialpinismo, proprio come hanno fatto lo scorso 1° febbraio Aron Lazzaro e Davide Maccagnan.
L’Everest in "miniatura" scelto per l’occasione è stato il Nevegàl, altipiano sulle prealpi bellunesi, a sud della città di Belluno. La prova è iniziata alle 7.30 e si è conclusa alle 3.30 di notte del 2 febbraio, ben 19 ore dopo e per un totale di 86 chilometri di sali scendi percorsi. Una sfida che ha richiesto un notevole sforzo fisico che non ha spaventato due atleti come Maccagnan e Lazzaro.

Bisogna infatti specificare che i due giovani erano fisicamente preparati ad affrontare una simile prova. Aron ha 39 anni, vive a Belluno, e proviene dal mondo del running. La scorsa estate ha completato l’Alta Via dei Pionieri, un percorso di alta via di sua ideazione che compie un giro ad anello completo intorno a tutto il gruppo delle Pale di San Martino, il più esteso delle Dolomiti.
Da tre anni allena come personal trainer persone appassionate del running per una palestra di Trichiana, dove ha conociuto Davide Maccagnan, 33 anni, canoista della nazionale italiana che vanta anche un titolo di campione nel 2019.
Il percorso dell'Everesting sul Nevegal prevedeva come punti di partenza e di arrivo rispettivamente la Grava e le antenne dietro il rifugio Bistrot, ma che più che altro durante "l'ascesa all'Everest" sono diventati dei "checkpoint". Una impresa davvero notevole anche perché la discesa era lungo il Toront e le Erte, piste non battute.
“Una nuova sfida personale, la voglia di mettersi in gioco è davvero tanta, 8.848 metri di dislivello, un Everesting con gli SciAlp, un’impresa che non avrei pensato di affrontare prima d’ora”, scriveva Davide Maccagnan sui social qualche giorno prima dell’impresa.
L’idea dell’Everesting sul Nevegàl è nata quasi per scherzo tra i due giovani, ma lo spirito da atleti e la voglia di mettersi alla prova gli hanno permesso in solo qualche settimana di trovare alcuni sponsor che finanziassero l’impresa.
Sono quindi partiti per poi trovarsi, dopo 19 ore di sali e scendi, in una cima del Nevegàl circondata dal buio della notte. Ma per il loro cuore (e per le loro gambe) era come se si trovassero circa 7 mila metri più in su.
