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“Stai zitto negr...”, la squadra abbandona il campo ma adesso rischia la penalizzazione: “Mi sono sentito offeso ma i miei compagni mi sono stati vicini”
Un giocatore di origini senegalesi è stato apostrofato con insulti razzisti mentre il compagno che lo ha difeso è stato espulso, così la squadra ha deciso di abbandonare il campo. Il Ds: “La cosa più bella è stata quando un giocatore dell’altra squadra, anche lui di origini africane, è entrato nel nostro spogliatoio in lacrime per ringraziarci e per dirci che avevamo fatto la cosa giusta”

VITTORIO VENETO (TV). “Era il 25esimo del primo tempo quando uno dei tifosi avversari si è rivolto verso uno dei nostri calciatori apostrofandolo con un ‘stai zitto negrone’, poi è successo quello che è successo”. A parlare è Manuel Scottà il direttore sportivo dell’Us San Michele Salsa, squadra di calcio di Vittorio Veneto che milita nel campionato di Prima categoria.
La scorsa domenica, il San Michele Salsa era impegnato sul campo della Cisonese, compagnie di Cison di Valmarino, quando uno dei genitori presenti sugli spalti si è distinto in negativo. Vittima delle offese Osseynou Diedhiou giovane difensore della squadra di Vittorio Veneto di origini senegalesi.
Diedhiou, che in quel frangente della grava stava parlando con l’arbitro, ha fatto finta di non sentire ma l’insulto razzista ha fatto comprensibilmente arrabbiare i compagni di squadra. In particolare il collega di reparto, Marco Russo, si è rivolto a sua volta verso lo spettatore: “Gli ho dato dell’ignorante ma come da regolamento sono stato espulso”. Tutto è avvenuto nel giro di pochi minuti ma alla fine la squadra ospite ha scelto di abbandonare il campo e rientrare negli spogliatoi.
“Certamente mi sono sentito offeso – racconta Diedhiou a Il Dolomiti – ma i ragazzi mi sono stati vicini. È la prima volta che subisco un episodio così eclatante. Assieme al capitano abbiamo deciso di fermare la partita perché era la cosa giusta da fare, penso che nel 2021 queste cose non devono più esistere, anche se non mi aspettavo tutto questo clamore mediatico”.
Dal canto suo l’imprenditore 60enne protagonista della vicenda a un giornale locale ha dichiarato di non essere un razzista scusandosi per l’accaduto. Come riporta lo stesso giornale, l’uomo sostiene di essersi rivolto a Diedhiou dicendogli “finalmente el te a becà, negron” (finalmente ti ha beccato, negrone ndr). Va detto però che secondo numerosi testimoni la frase incriminata, arrivata in un momento di silenzio, sarebbe proprio “stai zitto negrone”. Ad ogni modo, parola più parola meno il senso per nulla goliardico della frase resta.
Il paradosso è che di fronte a questi episodi giocatori e squadre sono poco tutelate. Il San Michele Salsa infatti, rischia di perdere la partita a tavolino e di ricevere anche un punto di penalizzazione. “Certe persone dovrebbero essere allontanate subito dal campo quando avvengono simili episodi – prosegue Scottà – ciò che più da fastidio però è sentir dire certe cose. Alcuni ci hanno detto che ce ne siamo andati perché eravamo sotto di un gol, da parte mia però posso dire che i ragazzi avrebbero lasciato il campo anche se fossimo stati in vantaggio di tre gol”.
L’impatto mediatico della vicenda è stato tale che il capitano del San Michele Salsa è stato contattato anche dall’ufficio Antirazzismo della Lega nazionale professionisti di Serie A. “Non ci aspettavamo tutta questa attenzione, la cosa più bella però – conclude il direttore sportivo – è stata quando un giocatore dell’altra squadra, anche lui di origini africane, è entrato nel nostro spogliatoio in lacrime per ringraziarci e per dirci che avevamo fatto la cosa giusta”.