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Dopo il servizio de Il Dolomiti anche Le Iene in Trentino alla scoperta del bunker di piazza Venezia con Luigi Sardi
Lo storico giornalista Luigi Sardi ha accompagnato i giornalisti de Le Iene nel bunker ''Alla Busa'' sotto il convento dei Cappuccini di San Bernardino. “Appena entrato sentivi la puzza di urina, vomito e paura”, aveva raccontato Sardi nel videoservizio de Il Dolomiti

TRENTO. “Chi ci può dare un’idea di cosa significhi stare chiuso sotto terra al buio, è Luigi Sardi”. È così che il giornalista de Le Iene Giulio Golia introduce nel servizio “Corsa ai bunker antinucleari: ma servono davvero?” il rifugio antiaereo di piazza Venezia nel centro storico di Trento, riprendendo così il videoservizio del giornale Il Dolomiti.
Nella puntata de Le Iene, girata nel capoluogo trentino e trasmessa il 30 marzo scorso, Golia e Marco Fubini hanno mostrato alcuni bunker sotterranei, "mentre le richieste stanno aumentando per gli incubi nucleari scatenati dalla guerra in Ucraina”, riportano nella descrizione.
Nel programma i giornalisti di Mediaset, riprendendo quanto già riportato nel servizio de Il Dolomiti (dal titolo “Nel rifugio antiaereo di Trento con Luigi Sardi: 'Avevo 5 anni e ci stavamo in 2.000. Appena entrato sentivi la puzza di urina, vomito e paura'”), sono stati accompagnati da Sardi all’interno del bunker antiaereo ''Alla Busa'' sotto il convento dei Cappuccini di San Bernardino.
“Appena entrato sentivi la puzza di urina, vomito e paura”, ci aveva raccontato Sardi che all’età di 5 anni durante la Seconda guerra mondiale per molti mesi ha dovuto proteggersi in questo luogo
Il bunker, capace di ospitare più di 1.000 persone, si presenta come una cavità nella roccia che si estende per una lunghezza di più di 100 metri, con una superficie di oltre 1.200 metri quadri. Era dotato di quattro accessi, tre dei quali sono attualmente murati.
Era stato proprio il quotidiano online a chiedere poco tempo prima di riaprire il rifugio per essere accompagnato dallo storico giornalista, classe 1939, inviato speciale del quotidiano “Alto Adige” dal 1959 al 1998 che è stato anche scrittore autore, tra gli altri libri, assieme a Mario Ferrandi e Gian Pacher de “Gli anni delle bombe” e con altri autori, “Sloi, incubo nella città”.