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Il padre scia, la madre lo accompagna e la figlia in pista solo con gli amici: la giudice contro la promo sessista di Dolomiti Superski che si scusa e cambia l'esempio
La magistrata Paola Di Nicola Travaglini aveva accusato Dolomiti Superski di aver proposto un esempio sessista in relazione all’utilizzo dello skipass family. Non appena ricevuto il messaggio, il comprensorio lo ha corretto. Di Nicola: “Atteggiamento inaccettabile per chi viene a godere la bellezza delle Dolomiti immaginando di trovare una cultura aperta”

TRENTO. ‘Chiedo l’immediata rimozione dell’esempio che avete proposto in relazione all’utilizzo dello skipass family’, chiedeva ieri la nota magistrata Paola Di Nicola Travaglini a Dolomiti Superski che, non appena ricevuto il messaggio, ha corretto subito il suo “esempio” sessista.
Proposto sul sito del maggiore comprensorio sciistico d’Italia, che comprende gran parte delle piste da sci invernali delle Dolomiti, l’esempio era stato utilizzato per rendere più chiaro chi avrebbe potuto usufruire dello skipass family, proponendo però un modello di famiglia, in cui la madre “ogni tanto accompagna il marito” e la figlia vive la sua passione “con i suoi amici”. Figure femminili che sono accompagnatrici, o che necessitano di essere accompagnate sulle piste e che sciano meno del marito e padre.
La questione era nata da uno skipass, che Di Nicola, da tempo impegnata in battaglie a tutela della parità di genere, stava cercando di acquistare sul sito internet: “Stavo comprando lo skipass per la nostra famiglia – sosteneva – e mi sono imbattuta in questo ‘esempio’ sessista. In attesa di segnalare al comitato pari opportunità della Regione, ho scritto al sito di Dolomiti Supersky il seguente messaggio ‘Chiedo l’immediata rimozione dell’esempio che avete proposto in relazione all’utilizzo dello skipass family’”.
La giudice aveva riportato ciò che aveva scritto Dolomiti Superski: “Per esempio: se la famiglia composta da padre, madre, figlia e nonno, acquista 40 giornate sci (10 giornate sci per persona), il padre, che è un appassionato, potrà consumare 16 giornate sci. La madre, ogni tanto accompagna il marito, trascorrendo in totale 6 giornate sulle piste. Il nonno, ancora attivo, solcherà le piste 4 volte, mentre la figlia vivrà la propria passione per lo sci sciando 14 giornate con i suoi amici”.
Il commento della magistrata non si è fatto attendere: “Si tratta di una modalità di rappresentazione dei ruoli familiari che, in violazione di tutte le norme costituzionali ed internazionali, a partire dalla convenzione di Istanbul, continua a riproporre stereotipi di genere inaccettabili e non degni di un paese civile. Scrivere che l’uomo di famiglia utilizza lo skipass in numero superiore a tutti gli altri componenti; che la moglie si limita talvolta ad accompagnarlo; che la figlia utilizza un numero più basso di giornate rispetto al padre, per di più prevedendo che lo faccia con gli amici (e perché non da sola o per prepararsi a delle gare?) dimostra un atteggiamento sessista e maschilista inaccettabile per chi, come me e tante e tanti altri, viene a godere la bellezza delle Dolomiti immaginando di trovare una cultura aperta e priva di quegli stereotipi che costituiscono la struttura su cui nasce e cresce la violenza contro le donne”.
Per questo aveva chiesto che questo venisse “immediatamente rimosso” dal sito. Così è stato fatto il giorno successivo dal comprensorio sciistico: “Da Dolomiti Supersky, - scrive nel suo ultimo post la giudice – che ringrazio per l’attenzione e la tempestività, mi è arrivata oggi pomeriggio la comunicazione che il sito ha sostituito ‘l’esempio’. Ora possiamo leggere: ‘Per esempio: se la famiglia composta da genitore e/o relativo partner, figlia e nonna, acquista 40 giornate sci (10 giornate sci per persona), il genitore appassionato, potrà consumare 16 giornate sci. Il/la partner, meno appassionato/a trascorrerà in totale 6 giornate sulle piste. La nonna, ancora attiva, solcherà le piste 4 volte, mentre la figlia vivrà la propria passione per lo sci sciando 14 giornate”.
È soddisfatta quindi la giudice del risultato ottenuto: “Questa esperienza – conclude – come l’indignazione di tutti e tutte voi, mi fa dire che la cittadinanza attiva e la capacità di ascolto sono in grado di rendere questo uno splendido Paese”.