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"Tante le giovani atlete senza mestruazioni o con ciclo irregolare". L'appello della ginecologa agli allenatori: "Non è un optional, prestiamo attenzione alle sportive"
In un'incontro organizzato dal Coni è stato affrontato il tema delle alterazioni e delle irregolarità del ciclo mestruale delle adolescenti che praticano sport a livello agonistico. Sebastiani: "C'è ancora imbarazzo a parlarne con gli allenatori maschi". La testimonianza della velista Zorzi: "In barca mi è cambiata la vita da quando uso la coppetta mestruale"

TRENTO. "Cerchiamo di capire le nostre atlete e stiamo attenti se non hanno il ciclo. L'età adolescenziale è cruciale per lo sviluppo, in particolare per chi fa sport a livello agonistico". E' così che si rivolge Teresa Sebastiani, ginecologa referente per l’ambulatorio della Ginecologia Infanzia e Adolescenza U.o. Ostetricia e Ginecologia Apss di Rovereto, agli allenatori e alle allenatrici presenti all'incontro "Il ciclo mestruale alterato nell’atleta under 18" organizzato dal Coni provinciale tenuto il 10 ottobre. Ad affiancarla anche Caterina Russolo, biologa nutrizionista.

"Mestruazioni e sport" non è solo un tema che emerge sempre di più negli ultimi tempi, ma un tabù che si sta infrangendo grazie alle testimonianze delle tante sportive, soprattutto dal mondo del nuoto. Soltanto a fine settembre scorso è stata assegnata la Laurea Honoris Causa a Federica Pellegrini in Scienze e Tecniche delle Attività Motorie Preventive e Adattate da parte dell'Università San Raffaele di Roma, dopo aver tenuto una lectio magistralis dal titolo "La donna e la performance sportiva: come il ciclo mestruale può influenzare la prestazione".

Il focus dell'incontro ruota perciò intorno alle alterazioni e alle irregolarità del ciclo mestruale delle adolescenti che praticano sport: "I disturbi o l’assenza del ciclo mestruale sono frequenti nelle giovani atlete - spiegano le relatrici - tali alterazioni possono avere un impatto non trascurabile sulla vita della giovane. La delicata ed importante fase della crescita in cui questo avviene, rende fondamentali particolari considerazioni e adeguate attenzioni da parte di atlete, famigliari, allenatori e di tutte le figure che gravitano intorno alla ragazza".
Tanti i presenti in sala. "Bisogna essere empatici, spesso c'è una sorta di 'imbarazzo' a parlare di ciclo soprattutto con allenatori maschi. Sono tante le giovani atlete però che presentano problemi con il ciclo ma ricordiamo che avere le mestruazioni non è un optional. Cerchiamo di dedicare tempo ai nostri giovani atleti".
Dal carico di allenamento, allo stress e l'ansia da prestazione ma anche l'alimentazione incidono fortemente sulle mestruazioni. "Una nutrizione sbagliata - prosegue Russolo - cosa che spesso per fretta o per la poca attenzione della famiglia, va a incidere anche sulla sindrome pre-mestruale. I sintomi variano da persona a persona, ma quelli che possono peggiorare in caso di ciclo irregolare, cosa frequente in età puberale, sono l'alterazione dell'appetito, l'emicrania, il gonfiore, cambi repentini di umore, maggiore stanchezza, minor capacità di concentrazione e tensione mammaria".
Le testimonianze delle atlete
Il ciclo può avere quindi un forte impatto sulla prestazione sportiva, conferma Sebastiani, proprio per il calo dell'estrogeno, "che fa rallentare il corpo". Dal mondo del nuoto arriva non solo la testimonianza della campionessa Pellegrini, che aveva sottolineato questo aspetto anche nel suo documentario Under Water, ma anche dalla campionessa del nuoto di fondo Arianna Bridi, intervistata da Il Dolomiti.
"Io sento proprio che non vado come vorrei, a livello di sensazioni - dichiara campionessa trentina del nuoto di fondo nella 10 e nella 25 chilometri - noi siamo sempre sul filo del centesimo di secondo, ogni cambiamento del nostro corpo lo percepiamo tanto. Il ciclo per una sportiva può essere determinante come no, ma sicuramente può provocare dei forti rallentamenti a livello agonistico".
A differenza di uno sport come il nuoto invece per la rugbista Gaia Maris, la prima trentina a vestire la maglia della Nazionale e ora tesserata nella squadra londinese Wasps Rugby Football Club, sostiene che negli sport di squadra sia diverso: "Nel rugby abbiamo 80 minuti di tempo e siamo in tante a fare il gioco. L'adrenalina gioca un ruolo fondamentale".
A queste testimonianze si aggiunge anche quella della velista Cecilia Zorzi: "Io credo di essere molto fortunata perché non ho dolori troppo forti. Anche la nostra attenzione al fisico in vela è diverso, non passa tutto attraverso il nostro corpo ma attraverso molti altri fattori e strumenti, cosa molto diversa da sport come il nuoto. Adesso che faccio regate di altura in mare aperto anche per tanti giorni non sento grossi cali della performance perché ci sono molti altri fattori su cui mi devo concentrare come la fame il freddo il sonno".
Ma avere il ciclo in barca a vela è difficile: "Mi è cambiata la vita da quando ho iniziato a usare la coppetta mestruale che in barca è comodissima, visto che non ci sono bagni e molto spesso mi devo arrangiare con un secchio. Altre mie compagne invece che avevano flussi più abbondanti però ne avevano dovuto parlare con il proprio allenatore proprio perché influenzava tanto le loro prestazioni. Ci sono moltissime ragazze che hanno fatto il giro del mondo prendendo la pillola per far fronte al problema. Chiaramente spero sempre di non avere il ciclo quando devo stare tanti giorni in mare".