''Gli orsi? Mi han portato via 3 galline e mangiato il mais ma fanno parte dell'ecosistema e spetta a noi conviverci'', storia di Stefania Lusuardi e di Maso Canova
A Monte Terlago ha fondato un'azienda agricola, una fattoria didattica e un agriasilo dove si insegnano la cura e l'amore per la natura: "Per me la terra è vita, casa, rifugio e dono. Ospitiamo 25 piccoli da settembre a giugno dalle 8 alle 15. Con noi lavorano un'educatrice specializzata per la fascia 0-3 anni e un'insegnante per la fascia 3-6, una guida ambientale, una psicologa, una logopedista e una neuropsicomotricista''

TRENTO. “Solo sognando e restando fedeli ai nostri sogni riusciremo a essere migliori e, se noi saremo migliori, sarà migliore il mondo” scriveva Luis Sepulveda.
Ha cercato di farlo Stefania Lusuardi, giovane agricoltrice e allevatrice trentina, titolare da sette anni di Maso Canova a Monte Terlago. Nella sua azienda agricola, dove si coltiva in base ai principi dell'agroecologia, bambini e animali hanno trovato un luogo di accoglienza e convivenza grazie alla fattoria didattica, dove vivono galline, anatre corritrici, conigli, asini, pecore nane, e all'agriasilo. “Quella che si crea tra di loro – racconta - è una relazione di amore, rispetto e cura reciproca”.
Una convivenza che si fa necessità quando si parla di grandi carnivori. “So che coltivo e allevo in una zona abitata da orsi, lupi e altri animali selvatici – aggiunge Stefania. - Ho le recinzioni e i pastori maremmani. Una volta sono riuscita a salvare le asine dall'attacco di un'orsa, che poi ha mangiato tutto il mais; una volta, invece, sono state predate alcune mie galline. Tuttavia, penso che i grandi carnivori facciano parte di un ecosistema. Mancano informazione e formazione sui giusti comportamenti da adottare. Va ripensato anche il turismo di montagna – aggiunge. - La montagna non dovrebbe essere vissuta di notte e non può essere solo piste da sci o piste da bob. La montagna non è solo divertimento”.
Per Stefania vivere in un territorio di media montagna, ai limiti del bosco, ha significato ripensare se stessa e il proprio rapporto con la natura. “Per me la terra è vita, casa, rifugio e dono”.
Ma partiamo dal principio. Lei era estetista. “Dopo aver conseguito il secondo diploma e la licenza – racconta – un incidente mi ha causato un danno permanente alla spina dorsale e, quindi, ho dovuto rinunciare a questa professione. Ho iniziato un impiego come segretaria e poi per 8 anni ho lavorato come capo officina in una concessionaria di automobili: un lavoro che mi ha permesso di acquisire sicurezza e autostima. Poi sono rimasta incinta, è nata la mia prima figlia e ho dovuto licenziarmi perché non c'era posto al nido. Io e mio marito abbiamo, quindi, rinunciato all'appartamento in affitto a Trento e ci siamo spostati nella sua casa a Monte Terlago, che aveva un pezzettino di terra di poco meno di 2 mila metri quadrati. Ho iniziato a coltivare per fabbisogno, ma anche per necessità di lavorare e avere la mia indipendenza. Nel frattempo sono arrivati altri due figli. Ho iniziato anche ad allevare qualche animale e ho capito che il mio sogno era realizzare un luogo naturale di convivenza e accoglienza”.
Nel 2016 ha aperto l'azienda agricola e la fattoria didattica e due anni dopo l'agriasilo per bambini e bambine tra 0 e 6 anni. “Ospitiamo 25 piccoli da settembre a giugno dalle 8 alle 15. Con noi lavorano un'educatrice specializzata per la fascia 0-3 anni e un'insegnante per la fascia 3-6, una guida ambientale, una psicologa, una logopedista e una neuropsicomotricista, che curano il progetto pedagogico, di formazione del personale e organizzano serate informative per i genitori, e una musicoterapista – racconta Stefania. - In questi progetti cerchiamo di valorizzare il rapporto tra esseri umani, ambiente naturale, animali”.
Tra i progetti di cui va più orgogliosa, l'accoglienza nella fattoria didattica di minori in difficoltà. “L'ho realizzato assieme a Progetto92 – spiega - e per questi ragazzi e ragazze ha rappresentato un'occasione per acquisire autostima e ritrovare la fiducia in se stessi”.
A Maso Canova si coltiva seguendo il principio dell'agriecologia, un nuovo modo di fare agricoltura che si basa su una visione olistica del territorio. “Produco e vendo ortaggi, frutta varietà antica, erbe officinali, fiori edibili e uova, come unico prodotto di origine animale”.
Da questa sua passione è nata anche l'idea di aderire alla prima Comunità a sostegno dell'agricoltura (la Csa), un progetto nato dal tavolo di lavoro di “Nutrire Trento”, sostenuto anche da Comune e Università di Trento. “Si tratta di un nuovo modo di fare agricoltura e, soprattutto, di fare arrivare il prodotto sulle tavole. E' un esperimento agricolo e sociale – racconta Stefania – che ha messo in relazione famiglie di agricoltori e di mangiatori. Riunisce 13 aziende e offre ogni settimana un paniere vasto (ortaggi, frutta, pasta, formaggio, pesce, carne, confetture, prodotti cosmetici), che il consumatore può scegliere tramite piattaforma. Inoltre, organizziamo eventi formativi, degustazione nelle aziende, corsi di cucina. La nostra idea è che le persone debbano riprendersi il giusto tempo per fare la spesa, per capire cosa offre il territorio in base alla stagione”.
Progetti futuri? “Ad ottobre assieme al Biodistretto Valle dei Laghi organizzeremo il Biogreenfestival, il primo evento di questo genere in Trentino. Inoltre – conclude, - stiamo lavorando ad un progetto di turismo lento, un percorso ad anello “Cammino dei sette laghi”.