"Puntiamo su didattica personalizzata e nuovi metodi di insegnamento", Gruber (Campobase) sul tema scuola: "Giusto adeguare gli stipendi degli insegnanti"
La criticità di cui soffre la scuola trentina è la mancanza di insegnanti. Per combattere la dispersione scolastica servono professionisti in didattiche educative capaci di coinvolgere i giovani

TRENTO. “Serve puntare sulla didattica personalizzata, sperimentare insegnamenti per livelli di apprendimento per avere studenti motivati sia nel recupero che nell’eccellenza”. Ad intervenire nel dibattito sul futuro della scuola trentina è Daniela Gruber, insegnante in una scuola secondaria superiore di Trento e candidata di Campobase alle elezioni provinciali di ottobre.
La criticità di cui soffre la scuola trentina è la mancanza di insegnanti. “Mancano maestre dell’infanzia – scrive Gruber in una nota, - docenti delle materie tecnico-scientifiche, mancano per chi necessita di aiuto individuale. Ciò significa instabilità, confusione, insicurezza, discontinuità nella qualità ed è il risultato della ormai scarsissima attrattività di questa professione, non solo dal punto di vista economico”.
Per rendere più attrattiva la professione dell'insegnante “ è giusto adeguare gli stipendi – prosegue Gruber. - C’è bisogno di introdurre formule studiate e condivise di valutazione del lavoro. Ma il disegno di legge (sulla carriera dei docenti proposto dall'assessore Bisesti, ndr), recentemente affossato, lasciava troppi spazi aperti da “gestire” strada facendo, non si leggeva una visione organica e sostanziale nel riconoscimento in base all'impegno valutato oggettivamente e prevedeva tempi inutilmente troppo lunghi di entrata a regime. La scuola non può seguire gli schemi opportunistici di una campagna elettorale”.
Altro tema cruciale, messo in luce anche dai sindacati (qui articolo), è il fenomeno della dispersione scolastica. “La società complessa in cui viviamo richiede insegnanti sempre più esperti e motivati, selezionati e ben formati sia in pedagogia che nelle singole discipline. Anche da noi si parla di 'dispersione scolastica implicita': studenti e studentesse che frequentano ma che non apprendono. Per combatterla servono professionisti in didattiche educative capaci di coinvolgere giovani che viaggiano già in mille mondi aperti con strumenti di informazione e tecnologie veloci ed indomabili. Serve che la scuola abbia il meglio. Serve virare sulla didattica personalizzata, sperimentare insegnamenti per livelli di apprendimento per avere studenti motivati sia nel recupero che nell’eccellenza; non fossilizziamoci sull’alternativa debiti/esami di riparazione. Vanno rivisti i Piani di studio: i giovani vanno aiutati a capire il mondo partendo dallo studio quotidiano dell’attualità”.
“La scuola – prosegue Gruber – chiede l'esercizio dell'Autonomia. Proviamo a sperimentare nuovi modi di insegnare monitorati e valutati, che favoriscano la crescita dell’autonomia di ciascun studente. Serve pianificare una proposta organica e intelligente ragionando con gli operatori del settore e decidendo per un importante investimento di risorse economiche".