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Il saio e la croce sulle spalle, fratel Biagio per le vie del Trentino
Prima di incamminarsi di città in città come i viandanti di un tempo, fratel Biagio ha fatto l'eremita per poi dedicarsi agli ultimi prendendo dimora sulla panchina di una stazione per portare aiuto a tossicodipendenti, senzatetto, stranieri, prostitute. Quelli che lui chiama "fratelli"

TRENTO. Se qualcuno, passando ieri per Trento Nord, per Gardolo e Zambana, oppure oggi in città, ha visto un uomo vestito con un saio trascinare una croce sulle spalle, non ha avuto le traveggole. Non si tratta della reincarnazione del Cristo, e nemmeno l'interpretazione della Passione di Gesù fuori stagione.
Si tratta di fratel Biagio, un francescano di nobile famiglia che ha lasciato tutto per sposare "sorella povertà" e camminare lungo lo Stivale come un pellegrino. Un san Francesco dei tempi nostri, con la barba grigia, i sandali che ai passanti dà una parola di pace, di speranza, un sorriso e una benedizione.
Prima di incamminarsi di città in città come i viandanti di un tempo, fratel Biagio ha fatto l'eremita per poi dedicarsi agli ultimi prendendo dimora sulla panchina di una stazione per portare aiuto a tossicodipendenti, senzatetto, stranieri, prostitute. Quelli che lui chiama "fratelli".
Fratel Biagio Conte, perché il lignaggio è di sangue blu, continuerà il suo viaggio verso altre mete, sempre camminando, sempre con la sua croce sulle spalle, il suo saio e il suo fido fratel Martino che lo accompagna.