Anche il trekking si fa "smart". Inaugurata la prima via alta con banda larga nei rifugi, per chi vuole lavorare viaggiando
E' stata inaugurata in Lombardia la prima alta via di smart trekking, idea nata per unire la passione delle escursioni con la necessità di lavorare via remoto. Lungo 65 chilometri, il percorso richiede 16 giorni, contando la possibilità di camminare il week end e di fare smart working durante la settimana, potendo contare sulla banda larga offerta dai rifugi. "L'obiettivo? Tornare a rendere l'uomo un animale itinerante"

SONDRIO. Tra le maggiori novità che questa emergenza ha portato c'è lo smart working, cioè la possibilità di lavorare da casa grazie all’uso del nostro computer. Sono milioni gli italiani che, dall’inizio della pandemia, hanno potuto sperimentare questa forma di lavoro con grande successo, guadagnando in flessibilità e autonomia. Qualcuno, tuttavia, non si è accontentato e, grazie alla diffusione della banda larga che rende finalmente possibile anche il lavorare viaggiando, ora si parla di Smartrekking: un nuovo stile di vita che unisce lo smart working al trekking.
E' dalla Lombardia che per la prima volta arriva questa idea: è stata infatti inaugurata la prima alta via di montagna dedicata allo smart working. Si tratta di un sentiero disegnato per chi vuole lavorare da remoto accendendo il pc direttamente da accoglienti e caldi rifugi alpini, lontani dalla frenesia cittadina. L’alta via dello smart working numero 1 si snoda lungo un percorso di 65 chilometri di lunghezza e di 3850 metri di dislivello, ed è costituita da cinque tappe, che collegano Vercurago (Lecco) a Morbegno (Sondrio), entrambi in Lombardia. Si tratta di un trekking non particolarmente impegnativo, da percorrere in tre fine settimana consecutivi, lavorando dai rifugi durante i giorni feriali intermedi, con ufficio vista Alpi. Il tutto senza mai scendere dalle montagne per 16 giorni di fila.

I luoghi in cui si soggiorna sono il Rifugio Marchett, il Rifugio Cazzaniga-Merlini, il Rifugio Ratti-Cassin e il Rifugio FALC, gli unici nella zona che dispongono di banda larga e/o 4G per poter essere sempre connessi. Per gli smartrekkers più attenti al portafogli, poi, esiste anche la possibilità di alternare il soggiorno nei rifugi a quello in tenda o nei bivacchi. In quest’ultimo caso però, il difficile è trovare bivacchi sufficientemente vicini ai rifugi con la banda larga.
“La transizione è già cominciata qualche anno fa con i timidi passi dei primi smart workers - scrive Nicola Cortesi, creatore e gestore del gruppo facebook 'Smarttrekkers' - ora però, grazie anche all’accelerazione data dal lockdown, la prospettiva di poter lavorare viaggiando sembra sempre più richiesta. Obiettivo? Tornare ad essere una società itinerante, caratteristica tipica dell’uomo fino a prima della scoperta dell’agricoltura”.

Sono tre le tipologie di smartrekkers tra le quali scegliere: il casual, che pratica per non più di una settimana all’anno, l’hobbist, che fa di questa attività un vero e proprio hobby per almeno un mese e il professional, per il quale lo smartrekking è uno stile di vita, praticato con assiduità. Soluzioni pensate per ogni esigenza e per molti escursionisti appassionati, che non vogliono rinunciare al proprio lavoro, questa alternativa potrà essere una vera e propria rivoluzione.