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Consumo di suolo, in un anno in Trentino cementificato l’equivalente di 45 campi da calcio. Nel 2020 maglia nera per Rovereto, Besenello e Arco
L’indagine Ispra con i dati sul consumo di suolo: complessivamente in Trentino sono stati cementificati 22.768 ettari, pari al 3,67% del territorio. A Lavis è stata consumata il 28,8% della superficie disponibile. Ecco quali sono stati i Comuni che nel 2020 hanno fatto peggio

TRENTO. È un costo complessivo compreso tra gli 81 e i 99 miliardi di euro, in pratica la metà del Piano nazionale di ripresa e resilienza, quello che l’Italia potrebbe essere costretta a sostenere a causa della perdita dei servizi ecosistemici dovuta al consumo di suolo (già avvenuto e previsto) tra il 2012 e il 2030. Questa è la situazione analizzata dal Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente nell’edizione 2021 del Rapporto sul “Consumo di Suolo in Italia”.
A livello nazionale le colate di cemento non rallentano neanche nel 2020, nonostante i mesi di blocco di gran parte delle attività durante il lockdown, e ricoprono quasi 60 chilometri quadrati, impermeabilizzando ormai il 7,11% del territorio nazionale. Ogni italiano ha a disposizione circa 360 metri quadri di cemento (erano 160 negli anni ’50).
L’incremento maggiore quest’anno è in Lombardia, che torna al primo posto tra le regioni con 765 ettari in più in 12 mesi, seguita da Veneto (+682 ettari), Puglia (+493), Piemonte (+439) e Lazio (+431). Sempre nell’ultimo anno, nella Provincia di Trento sono stati consumati 32 ettari (circa 45 campi da calcio), a Bolzano 44 ettari. Più nel dettaglio, in Trentino nel corso degli anni sono stati consumati complessivamente 22.768 ettari, ciò significa che il 3,67% del suolo è stato cementificato. In Alto Adige invece sono 20.003 gli ettari consumati (2,7%).

In Italia, invece di rigenerare e riqualificare spazi già edificati, sono stati consumati in sette anni 700 ettari di suolo agricolo e il trend è in crescita. A livello nazionale superano i 2.300 gli ettari consumati all’interno delle città e nelle aree produttive (il 46% del totale) negli ultimi 12 mesi. “Per questo – spiega l’Ispra – le nostre città sono sempre più calde, con temperature estive, già più alte di 2 gradi, che possono arrivare anche a 6 gradi in più rispetto alle aree limitrofe non urbanizzate”.
Analizzando i dati trentini più nel dettaglio (QUI i dati completi) il Rapporto assegna la maglia nera per quanto riguarda il consumo di suolo annuale netto (incremento 2019-2020) a Rovereto (3,86 ettari), Besenello (3,13 ettari) e Arco (2,79 ettari). Con ogni probabilità il consumo di suolo avvenuto su Arco e Besenello è legato in larga misura alla realizzazione dei cantieri del vallo tomo (per il comune Alto gardesano) e a quello del depuratore (per il comune della Vallagarina). Per quanto riguarda gli altri principali comuni della provincia l’incremento registrato a Trento è stato di 1,51 ettari, a Riva del Garda 1,01 ettari, mentre a Pergine Valsugana sono stati consumati 0,17 ettari di suolo.
In percentuale il comune dov’è stato consumato più suolo nel corso degli anni è Lavis con il 28,8%, pari a una superficie di 350,13 ettari. Fra i comuni principali seguono Rovereto (17,6% e 895,18 ettari), Trento (17,1% e 2.703,4 ettari), Pergine Valsugana (11,7% e 633,25 ettari), Riva del Garda (10,3% e 419,87 ettari) e Arco (8,6% e 545,62 ettari).