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Appropriazione indebita, indagato don Seppi. Nei bilanci delle parrocchie un buco di 170 mila euro
Tutto era partito da una querela del prete ora ora si trova anche indagato. A ricattare il sacerdote ci sarebbero state 4 persone. Sullo sfondo un video hard

ROVERETO. Appropriazione indebita, questa l'ipotesi d'accusa a cui deve rispondere don Ezio Seppi, il parroco delle frazioni di Ala finito nella bufera a seguito della segnalazione arrivata nel mese scorso all'Autorità giudiziaria che ha chiesto all'Arcidiocesi di Trento di effettuare un accertamento amministrativo-contabile sulle parrocchie in cui è parroco don Seppi.
Dai controlli erano state rilevate delle irregolarità che avevano portato il vescovo di Trento, Lauro Tisi, a rimuovere il parroco. Ora è stato presentato il conto. Dalle parrocchie, infatti, secondo i calcoli della Procura che sarebbero ora da dimostrare, mancherebbero 170 mila euro.
Sullo sfondo ci sarebbe un ricatto al sacerdote, un video in atteggiamenti intimi con una donna e quest'ultima che, dopo aver rubato la fotocamera, assieme ad altri, ha inziato a ricattarlo. Da qui l'estorsione in più tranche di 20 mila euro.
Secondo l'accusa, quindi, l'ipotesi è quella di appropriazione indebita di don Seppi che avrebbe pagato, con soldi delle parrocchie, in cambio di silenzio affinchè non fosse diffuso il video. Da quanto emerge dalla procura di Rovereto sarebbe stato lo stesso don Seppi a sporgere la denuncia per un situazione diventata ormai insostenibile e sarebbe quindi sia parte lesa che indagato. Per altre quattro persone, invece, l'accusa è quella di estorsione aggravata e sfruttamento della prostituzione.
Nei giorni scorsi è stata notificata a tutti i protagonisti della vicenda la chiusura della fase preliminare delle indagini.