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Campagna contro l'aborto, il Movimento per la Vita: ''Serve una nuova cultura''

Sul versante opposto il comitato "Non una di meno" che per venerdì lancia un evento all'angolo tra via Oriola e via Oss Mazzurana, per dire che la legge 194/78 non basta

Di Giuseppe Fin - 23 May 2018 - 21:48

TRENTO. “Vogliamo che sia introdotta una cultura che dia spazio al senso di responsabilità del padre e dalla madre, che parta dal dato reale che il concepito è una persona umana per giungere poi ad una cultura di pieno rispetto della vita umana, di quella del padre e quella della madre”. Il Movimento per la Vita di Trento ha presentato la campagna avviata in tutta Italia per mettere in discussione la legge sull'aborto a 40 anni dall'approvazione. Una campagna che si concretizza con dei camion vela, che dopo Trento gireranno altri comuni della provincia, nei quali è stato appeso un manifesto gigante con immagini e messaggi a favore della vita, contro l’aborto e la legge 194/78.

 

“Tante volte – spiegano i rappresentanti del movimento – si pensa di parlare di un concetto astratto ma invece è realtà perché stiamo parlando di una persona. E' una tappa l'embrione, è una tappa il feto, tappe di una persona umana unica e irripetibile

 

Alla base del manifesto c'è anche un messaggio: “Perché tuo padre e tua madre ti hanno accolto”. “Abbiamo avuto aggiungere questo messaggio – spiegano – perché ogni vita nasce in un contesto famigliare, da un padre e una madre ed entrambi portano i segni nel loro corpo e nella loro psiche dell'aborto. La legge sembra tutelare il padre e la madre ma in realtà se ne dimentica perché non tiene conto della sofferenza che l'aborto comporta”.

 

Il Movimento per la Vita di Trento cita poi alcuni dati, dagli 85 mila aborti ai quali, sempre secondo il movimento, andrebbero sommati quelli clandestini che continuano ad esserci. “Gli aborti clandestini – affermano i rappresentanti - comunque una volta introdotta la legge 40 anni fa sono rimasti. Ce ne sono 15 mila e questo dimostra che il fenomeno non è scomparso. Anzi, dobbiamo contare anche quelli della pillola del giorno dopo o di cinque giorno dopo. Questa legge ha introdotto una cultura che noi vorremmo sconfiggere”.

 

Tra le proposte che vengono fatte c'è l'introduzione nei bugiardini che si trovano all'interno delle confezioni delle pillole anche delle informazioni sulle conseguenze psicologiche e fisiche che si determinano nella psiche della donna e anche dell'uomo in caso di un aborto.

 

I camioncini vela toccheranno ora altre zone della provincia ma a giugno arriverà anche un camper con il quale si punterà a promuovere l'attività portata vanti dai centri di aiuto alla vita.

 

Se da un lato c'è l'iniziativa del Movimento per la vita di Trento dall'altro non mancano le forti prese di posizione nei confronti di questa campagna.

 

“A 40 anni dall'approvazione della legge che consente di scegliere liberamente e legalmente di abortire in sicurezza – viene spiegato in una nota di 'Non una di meno Trento' - ci sono ancora persone che vorrebbero riportare le lancette dell'orologio all'epoca delle 'mammane' e degli aborti clandestini, fingendo di ignorare che gli aborti ci sono sempre stati a prezzo delle vite di molte donne”.

 

Per il comitato “Chi oggi si presenta a Trento per predicare contro una scelta, che è scelta di vita e non di morte, ha una visione delle donne come fattrici, che sfornano figli in nome di un unico modello di famiglia che spacciano anche per 'famiglia naturale'”.

Il Comitato “Non una di meno Trento” lancia infine per venerdì 25 maggio alle ore 17 un evento all'angolo tra via Oriola e via Oss Mazzurana, per dire che la legge 194/78 non basta. “Vogliamo – spiegano - che sia applicata realmente e vogliamo porre fine una volta per tutte all'obiezione di coscienza negli ospedali pubblici. Lo faremo anche in nome di tutte le donne che sono morte di aborto clandestino”.

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