La presidente della Sat replica a chi si oppone alla Translagorai: "Si alimentano solo sterili polemiche"
Dopo la lettera aperta firmata da un centinaio di persone, tra cui molti soci Sat, in cui si attaccavano i progetti dalla Pat sulla Translagorai, avallati a loro giudizio dai vertici satini, Anna Facchini, presidentessa dell'associazione, ha diramato un aspro comunicato in cui ha replicato alle accuse

TRENTO. La polemica sulla Translagorai non si placa, e un nuovo capitolo, con protagonista uno scambio di comunicati al vetriolo tutto interno alla SAT, ha avuto luogo in questi giorni. A seguito della lettera aperta inviata alla Società degli Alpinisti Tridentini nei giorni scorsi, in cui si rincarava la dose sulle presunte scelte dei vertici satini di assecondare il piano di trasformare Malga Lagorai in ristorante, la presidente Anna Fachini ha duramente replicato (QUI UNA DELLE PRESE DI POSIZIONE DEI FIRMATARI).
“Rispondendo alla lettera pervenuta in Sat, pubblicata anche sui media regionali e avallata da circa un centinaio di firme- ha esordito il comunicato diramato da Facchini-, tra i quali anche numerosi soci della SAT, respingo con fermezza illazioni su fatti, o notizie nascoste e continuo a chiedermi a chi, o a cosa, giovi questo gioco subdolo al quale non ho alcuna intenzione di partecipare. Solamente il dovere di tutelare l’assoluta trasparenza del percorso intrapreso dal Consiglio, Giunta, Assemblea dei Delegati mi spinge a rispondere a polemiche sterili e pretestuose”.
Polemiche che la lettera avrebbe sollevato in riferimento a “incongruenze logistiche e ambientali del Progetto Translagorai” conosciute dalla Sat ma ignorate a favore di “protagonisti palesi ed occulti (Comunità, Provincia, Funivie Cermis)” interessati a sfruttare economicamente la montagna, come nel caso, più volte citato ad esempio, della ferrata di Bombasèl. “E' incredibile che la Sat- si legge nella protesta- si sia prestata a fare da stampella, anzi da pilastro, allo sfruttamento turistico del Lagorai in favore di soggetti privati, progettando ristoranti nelle malghe e addirittura nuovi sentieri in aree protette: vedi quelli di Malga Valsolero, Col della Palazzina, Forcella Sadole-Miesnotta, e Buse Malacarne perfino dentro il Parco di Paneveggio!”.
Un'accusa che non è andata giù ai vertici di via Manci, tanto che Facchini ha proseguito: “La Sat ha molte voci e pensieri diversi, una ricchezza, perché anche il dissenso stimola e muove a nuove riflessioni e ragionamenti, la nostra grande associazione ha sedi, tempi e spazi aperti per il confronto, ma non per rinfocolare sempre le stesse sterili polemiche […]. I soci che hanno voluto, hanno potuto, anche su mio esplicito invito, prender visione delle delibere- si è poi difesa la presidente-, nulla è nascosto, nemmeno il dibattito interno agli organi collegiali in alcune riunioni dello scorso autunno. I soci hanno infatti il diritto di potersi informare e chiedere direttamente alla fonte qualsiasi documento e sanno di poterlo fare in ogni momento”.
“Durante l’Assemblea ordinaria dei soci della Sezione di Cavalese del 9 febbraio 2019- seguita da un altro importante momento di discussione organizzato dal Partito Democratico di Fiemme nel giugno scorso- ho fatto presente per la prima volta la possibilità di presentare una mozione all’Assemblea dei delegati, l’organo sovrano della Sat, alle cui deliberazioni anche il Consiglio Centrale deve sottostare- ha continuato-. Questa indicazione è stata ripetuta anche nel mese di marzo, in occasione di una riunione, chiesta inizialmente dalla Sezione di Sopramonte e poi organizzata e resa pubblica per tutte le sezioni, partecipata - per inciso – da una trentina circa di sezioni su un totale di 87”.
“L’Assemblea delegati lo scorso 17 aprile ha quindi esaminato e votato la mozione presentata da alcune sezioni, gli esiti sono noti, la mozione è stata respinta, il resoconto dell’Assemblea è anch’esso pubblico- ha chiosato Facchini-. In conclusione, questo clima di sospettose congetture è altro rispetto al trasparente dibattito, ragionato e partecipato, affrontato in ogni sede”.
La polemica sulla “valorizzazione” del Lagorai continua, e mentre si attendono sviluppi, ci si chiede chissà cosa riserverà il futuro.