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Una svastica davanti alle scuole elementari, una madre la cancella: “Simboli che dovrebbero essere spariti da un pezzo”

Succede a Riva del Garda, ad essere colpita la targa posta all’ingresso delle scuole “Nino Pernici”. Il simbolo nazista è già stato rimosso, dura condanna dell’Anpi: “Non importa se si tratta di sciocchi o di nostalgici i responsabili andrebbero individuati e costretti a ripulire”

Di Tiziano Grottolo - 24 settembre 2019 - 10:29

RIVA DEL GARDA. Davvero un brutto rientro per gli alunni della scuola elementare di Riva del Garda Nino Pernici che sono stati “accolti” da una svastica, tracciata sulla targa posta davanti a uno degli ingressi.

 

La brutta scoperta è stata fatta da una delle madri che stava accompagnando i figli a scuola e che ha deciso di fermarsi e rimuovere il simbolo nazista, forse tracciato con della colla: “Questi simboli – ha spiegato la donna – dovrebbero essere spariti da un pezzo”.

 

Immediata è arrivata la condanna dell’Anpi: “Non importa se si tratta di sciocchi o di nostalgici i responsabili andrebbero individuati e costretti a ripulire”, ha spiegato il presidente della sezione locale Gianantonio Pfleger.

 

Come spesso accade gli autori del gesto probabilmente rimarranno ignoti, ma casi simili si sono registrati nei mesi scorsi anche negli abitati di Levico, Vigolo e Caldonazzo dove a far compagnia ai simboli legati al nazifascismo erano comparse varie scritte antisemite e razziste (QUI, QUI e QUI articoli).

 

Scritte che in questo senso dovrebbero far scattare l’allarme o perlomeno la preoccupazione delle istituzioni per via di un linguaggio politico intriso di violenza che fa da propellente per il crescente clima d’odio che va diffondendosi nel nostro paese.

 

Questa però non è nemmeno la prima volta che la cittadina gardesana viene presa di mira da fanatici, nostalgici dei regimi totalitari, in questo senso la sezione locale di Casapound si è sempre contraddistinta per i violenti attacchi (QUI un esempio) ad esponenti politici e associazioni antifasciste.

 

Come ricordato dagli esponenti dell’Anpi per un certo periodo i comuni della Busa furono invasi da una serie di adesivi inneggianti al fascismo.


In particolare su uno di questi si poteva leggere “Riva barrio fascista” a voler rimarcare una presunta appartenenza del luogo a un enclave fascista, che nella realtà dei fatti non conta più di una trentina di militanti.

 

“Non è difficile immaginare chi ci fosse ad appendere striscioni e adesivi, visto che nella maggior parte dei casi hanno avuto pure la faccia tosta di firmarsi impunemente” il commento di Pfleger.

 

Questi episodi poi culminarono in una giornata di pulizie ad alta tensione, organizzata dall’Anpi per rimuovere le orribili scritte, con antifascisti e neofascisti tenuti separati dalla polizia anche se si arrivò al confronto vis-à-vis, comunque senza incidenti.

 

“Ad ogni modo – conclude l’Anpi – ci auspichiamo che a questi fatti inquietanti seguano delle indagini e ci aspettiamo una presa di posizione forte da parte delle istituzioni è l’ora di mettere la parola fine a questi scempi. Anche se – l’ultimo affondo dei partigiani – è facile fare i fascisti in un regime democratico più difficile fu essere antifascisti in un regime totalitario come quello fondato da Mussolini”.   

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