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Coronavirus, bar e alberghi chiusi e stop ai ristoranti dopo le 17. Sappada cerca di frenare il contagio
Misure molto pesanti sono state prese nel Comune di Sappada, ai margini del Cadore. I numeri importanti per un paese così piccolo hanno spinto la giunta ad adottare restrizioni su locali e esercizi commerciali. Chiusi bar e alberghi, mentre i ristoranti potranno tenere aperto solo dalle 8 alle 17. Stop alle attività culturali, sportive, ludiche e allo scuolabus. Raccomandazione a limitare gli spostamenti. Il sindaco Manuel Piller Hoffer: "I controlli saranno rigorosi". Sono 40 invece i nuovi positivi nel bellunese

SAPPADA. Chiusura dei bar, delle strutture ricettive e dei ristoranti dalle 17 alle 8. Sono misure pesantissime quelle decise dalla giunta di Sappada, primo paese friulano facente parte della Magnifica Comunità di Cadore. Gli importanti numeri registrati sul fronte Coronavirus hanno infatti spinto il sindaco a imporre delle restrizioni su tutto il territorio comunale. Dal 3 settembre, infatti, sono più di 50 i casi di Covid registrati, su un Comune che fa appena 1315 abitanti.
A comunicare le misure è il sindaco Manuel Piller Hoffer. Dopo una riunione con la protezione civile e le autorità sanitarie, dunque, sono stati decisi provvedimenti volti a restringere le libertà per evitare una diffusione ulteriore del virus. “Tali provvedimenti, uniti ai tamponi che eseguirà il Servizio di prevenzione, dovrebbe consentire di contenere l'ulteriore diffusione del contagio e, in ogni caso, di avere un quadro realistico della situazione a Sappada – scrive in un post di presentazione della delibera - chiedo a tutti di seguire con scrupolo le indicazioni, anche al fine di evitare le pesanti sanzioni previste dal DPCM; i controlli saranno rigorosi”.
Ma in cosa consistono le misure in vigore nel Comune di Sappada? Tutti i bar sono stati chiusi, così come le strutture alberghiere dove rimangono solo gli ospiti che stavano già alloggiando. Dalle 17 alle 24 e dalle 0 alle 8, tutti i ristoranti dovranno rimanere chiusi. Per mangiarvi sarà necessaria sottoporsi alla misura della temperatura e al rispetto rigoroso del protocollo. Si mangia solo se si prenota e rigorosamente al tavolo.
Negli esercizi commerciali l'ingresso sarà permesso ad una persona per volta anche dello stesso nucleo familiare. Tutte le manifestazioni di carattere ludico, sportivo e culturale sono sospese, niente sport se non individuale. Per le società sportive che devono giocare fuori dal territorio comunale vige l'obbligo di notifica al sindaco. In ogni cerimonia civile e religiosa, compresi i funerali, non ci potranno essere più di 15 persone.

Biblioteca, musei, spazi culturali saranno chiusi, così come gli uffici comunali. Il servizio di scuolabus sarà inoltre sospeso. Sul fronte raccomandazioni, infine, si invitano i cittadini a limitare gli spostamenti e gli incontri con persone estranee al nucleo familiare.
Misure pesanti, dunque, anche se per un Comune molto piccolo. D'altronde la situazione del Cadore e della confinante provincia di Belluno non è certo tra le migliori. Nella giornata di domenica 18 ottobre, infatti, i positivi comunicati sono stati altri 40. Diciassette tra questi, emergono proprio dal noto focolaio Cadore-Comelico-Ampezzano, mentre 7 sono riferiti a operatori e ospiti delle case di riposo.
La mole di lavoro, per l'Ulss Dolomiti, si fa sentire. “I grandi numeri di nuovi positivi di queste settimane hanno rallentato la presa in carico delle nuove positività – ha scritto il dirigente generale dell'Ulss Adriano Rasi Caldogno – al fine di velocizzare le istruzioni per le persone in isolamento o quarantena, il Dipartimento di prevenzione ha predisposto un promemoria con le indicazioni sui comportamenti e sulle misure da assumere che verrà inviato ai nuovi positivi durante l'isolamento”.
Il numero di ricoveri, al momento, è di 3 in terapia intensiva a Belluno, 25 in area subintensiva nel capoluogo e 16 a Feltre, 8 in bassa intensità a Belluno e 6 in ospedale di comunità a Alano. Fortunatamente la serie di vittime si è fermata.