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Coronavirus, il governo pensa ad un'app per tracciare il contagio. Anche il Trentino disponibile alla sperimentazione
In videoconferenza con il ministro degli Affari regionali Francesco Boccia, il governatore Maurizio Fugatti ha dato la sua disponibilità per sperimentare anche in Trentino l'applicazione "Immuni", che scaricata dalla popolazione, permetterebbe attraverso il bluetooth di tracciare il contagio. E' questa una delle idee al vaglio dell'esecutivo per dare avvio alla "fase 2"

TRENTO. Un'applicazione da scaricare per tracciare i contagi e contenere la diffusione dell'epidemia. È questa l'idea al vaglio del governo, inserita tra le possibili misure della “fase 2”, e che potrebbe trovare anche nella provincia di Trento uno dei primi territori aperti alla sperimentazione.
Il presidente Maurizio Fugatti, infatti, ne avrebbe discusso nella videoconferenza con il ministro degli Affari regionali Francesco Boccia, con la ministra dell'Innovazione Paola Pisano e il commissario straordinario per l'emergenza Domenico Arcuri. L'applicazione, per poter essere minimamente efficace, dovrebbe essere scaricata da almeno il 60% della popolazione e funzionerebbe attraverso il bluetooth.
Al centro del dibattito, infatti, ci sarebbero anche gli effetti sulla privacy dei cittadini, risolta nella proposta del governo di non utilizzare la geolocalizzazione bensì la tecnologia del bluetooth, attraverso cui i cellulari “dialogheranno” tra loro, permettendo al medico che si trovi di fronte ad un nuovo caso di contagio di avvisare tutte le persone con cui l'infettato è stato in contatto tramite un codice criptato.
“Immuni”, questo il nome della app, garantirebbe così la tutela della privacy, evitando che nella “comunicazione” tra gli smartphone vengano passati dati sensibili o che dei privati li raccolgano. Sarà lo Stato a trattare le informazioni per tracciare i contatti degli utenti. L'applicazione sarebbe disponibile da inizio maggio.