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Coronavirus, incontro Boccia-Fugatti: "Pronto 1 miliardo per le regioni speciali. Dal 18 maggio, se ci saranno le condizioni, alcune attività potrebbero riaprire anticipatamente"

Il Governo tende una mano al Trentino e il ministro annuncia lo stanziamento di circa 1 miliardo per le regioni a statuto speciale, mentre sulle riaperture Boccia dice: “L’obiettivo è arrivare a una differenziazione territoriale dal 18 maggio”. Fugatti ringrazia: “Queste risorse ci servono per finanziare le nostre competenze”

Di Tiziano Grottolo - 04 maggio 2020 - 19:51

TRENTO. Dopo aver incontrato il presidente della provincia di Bolzano Arno Kompatscher il ministro per gli affari regionali e le autonomie, Francesco Boccia, ha fatto visita alla controparte trentina Maurizio Fugatti, sul tavolo della discussione la gestione dell’emergenza sanitaria ma soprattutto le tempistiche della ripartenza e le questioni finanziare.

 

“Abbiamo ricordato al ministro quanto detto nei giorni scorsi a proposito dell’accordo di Milano e crediamo che nelle prossime settimane sarà raggiunto un accordo” ha detto Fugatti. In sostanza il Trentino vorrebbe trattenere circa 430 milioni che ogni anno vengono versati nelle casse dello stato quale contributo alla riduzione del debito pubblico nazionale: “Queste risorse – ha spiegato il presidente ella Pat – ci servono per finanziare le nostre competenze anche perché abbiamo stimato un ammanco di circa 400 milioni provenienti dal gettito fiscale”.

 

Su questo tema c’è stata sicuramente un’apertura da parte del Governo, così come preannunciato nel precedente incontro a Bolzano, ma prima Boccia ha ribadito le risorse messe a disposizione finora, fra cui 3 miliardi per i comuni e 600 milioni per il trasporto pubblico “di cui hanno giovato anche le Province autonome”. Detto questo il ministro ha evidenziato che “nessuno può ancora avere i dati reali sul minor gettito fiscale” ad ogni modo il governo ha già pronto un fondo aggiuntivo da 1,5 miliardi di euro per le regioni: “Almeno i 2/3 di questa cifra sarà destinata i territori con statuto speciale”. Il governo però aspetterà giugno per capire bene come ripartire la cifra, comunque per le speciali dovrebbe esserci una somma di circa 1 miliardo che, come confermato da Boccia, servirà per venire incontro alla richiesta della Pat circa la restituzione dei contributi per il risanamento del debito pubblico nazionale.

 

Buone notizie anche per quanto riguarda le aperture anticipate “le varie fasi saranno scandite dall’evoluzione sanitaria dell’epidemia – ha precisato boccia che poi ha aggiunto – anche lo stato vuole che queste attività ripartano ma l’apertura deve avvenire in sicurezza”. Il ministero della salute ha avviato il sistema di monitoraggio per valutare la situazione “l’obiettivo – ha affermato il ministro – è arrivare a una differenziazione territoriale dal 18 maggio”. Già nelle prossime settimane quindi potrebbero arrivare le prime concessioni, almeno per quanto riguarda i negozi al dettaglio, a patto però che si verifichino alcune condizioni. In primo luogo si dovrà garantire di avere un indice R0, cioè il parametro che misura la potenziale trasmissibilità di una malattia infettiva, inferiore a un valore compreso tra 0,6 e 0,7. La seconda garanzia che le regioni (o province autonome) dovranno offrire sarà quella di avere un sistema sanitario in grado di reggere un eventuale ritorno dell’epidemia.

 

Boccia è intervenuto anche sulla questione delle competenze: “Non abbiamo mai parlato della centralizzazione della sanità, ma piuttosto della necessità di rafforzare la prevenzione territoriale pubblica. Le regioni che hanno tenuto meglio sono quelle che avevano un mix tra prevenzione territoriale pubblica e sanità privata sbilanciato totalmente sulla prevenzione pubblica”. Ergo la prevenzione territoriale pubblica aiuta a gestire epidemie e pandemie. Infine una battuta è stata riservata al Ministero dell'Economia e delle Finanze, nei giorni scorsi criticato da Fugatti, “Il Mef – ha evidenziato Boccia – fa analisi e poi si rimette a valutazioni politiche che facciamo dentro al governo, alla maggioranza, in parlamento e con le regioni. Le risorse che stiamo mettendo le prendiamo utilizzando lo strumento del debito, pertanto graveranno sui nostri figli, quindi sarà bene concentrarle al meglio”.

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