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Coronavirus, la Cisl Fp: ''La Regione Toscana ha già stanziato 36 milioni per il personale in prima linea. Basta proclami dalla Pat, serve concretezza e l'uso dell'autonomia''
L'intesa toscana prevede un incentivo rispettivamente di 45, 25 e 20 euro a turno lavorato secondo il grado di rischio e disagio vissuto tra il 17 marzo e il 30 aprile, compreso interinali e precari in genere. Un accordo che verrà esteso alle figure coinvolte nella sanità privata e del terzo settore

TRENTO. "E' tempo e ora che il presidente Maurizio Fugatti vada oltre annunci e proclami", queste le parole di Giuseppe Pallanch, segretario della Cisl Fp, che aggiunge: "E' necessario usare la nostra autonomia e raggiungere un accordo tempestivo per iniettare risorse fresche ad hoc nel comparto sanità e valorizzare i grandissimi sforzi degli operatori delle strutture sanitarie e socio assistenziali impegnati in prima linea senza tregua".
Il sindacato di via Degasperi evidenzia che la Regione Toscana ha già raggiunto un accordo in questo senso con le parti sociali. "Un piano - aggiunge Pallanch - che prevede un incentivo di 38 milioni di euro per i lavoratori della sanità più esposti alla battaglia contro il Covid-19. Un intervento uguale per tutti, compreso quindi Apsp, la sanità privata e tutte strutture socio assistenziali, così come per tutte le figure professionali sanitarie e non impegnate in questa grave emergenza".
L'intesa toscana prevede un incentivo rispettivamente di 45, 25 e 20 euro a turno lavorato secondo il grado di rischio e disagio vissuto tra il 17 marzo e il 30 aprile, compreso interinali e precari in genere. Un accordo che verrà esteso alle figure coinvolte nella sanità privata e del terzo settore.
"Ad oggi sono state spese tante parole - prosegue la Cisl Fp - ma non vediamo alcun risultato concreto. E’ stato avviato un tavolo con gli assessori Stefania Segnana e Achille Spinelli per pianificare un protocollo operativo in materia sicurezza, ma ancora a distanza di oltre una settimana nessun risultato tangibile. I lavoratori sono ancora sottoposti a turni massacranti. Alcune strutture non ricevono guanti e kit ma tutto si muove ancora molto lentamente. Serve un cambio di passo tanto deciso, quanto veloce, mentre i lavoratori si sacrificano con enorme senso di responsabilità".
La richiesta è sempre quella di supportare maggiormente le persone in prima linea. "Prendiamoci cura di chi ci cura. Inoltre - conclude Pallanch - non comprendiamo ancora il ruolo della task force nelle Rsa e Apsp in determinate strutture quali Ledro, Predazzo e Levico: non registriamo rinforzi o l’arrivo di personale sanitario, mentre ormai la carenza di Dispositivi di protezione individuale sono una criticità cronica. Ci arrivano inoltre segnalazioni costanti misure non adottate quali le sanificazioni degli edifici. La situazione è sempre più grave e manca una regia vera".