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Coronavirus, situazione drammatica nelle Rsa. Parolari: ''Ci siamo trovati nell'occhio del ciclone e abbiamo affrontato l'emergenza con gli strumenti che avevamo''
Un sistema di eccellenza con livelli ben superiori a quelli medi italiani che si è trovato in ginocchio. “Questa pandemia nessuno ha saputo gestirla in maniera adeguata” ha ribadito la presidente Parolari

TRENTO. La situazione nelle case di riposo rimane drammatica. “Un fiore all'occhiello del Trentino che si è trovato nell'occhio del ciclone”. Usa queste parole, durante la conferenza pomeridiana sulla situazione coronavirus in Trentino, la presidente dell'Upipa Francesca Parolari per descrivere la grave situazione che si sono trovati ad affrontare gli operatori delle oltre 40 strutture presenti in Trentino e che seguono moltissimi anziani.
“Sono momenti difficili – ha spiegato – che stiamo ormai vivendo da due mesi e che sono stati vissuti da un'intera comunità che vede all'interno delle Rsa la vita di operatori, animatori, volontari e associazioni”.
Un sistema di eccellenza con livelli ben superiori a quelli medi italiani che si è trovato in ginocchio. “Questa pandemia nessuno ha saputo gestirla in maniera adeguata” ha ribadito la presidente Parolari ricordando che tutte le strutture “l'hanno affrontata con gli strumenti che avevano a disposizione”.
Nessun riferimento da parte di Upipa alle tensioni venute a galla nei giorni scorsi quando la stessa presidente in una lettera ha messo nero su bianco una dura posizione rivolgendosi all'assessora Stefania Segnana: “Non permetteremo che a pagare sia l’ultimo anello della catena, chi sta in prima linea, chi di fatto ha subito un evento sconosciuto e lo ha combattuto con gli strumenti che gli sono stati messi a disposizione” aveva scritto spiegando anche che le Rsa “non saranno il capro espiatorio su cui scaricare colpe e responsabilità”. (QUI L'ARTICOLO)
Sulla situazione attuale, Parolari ha confermato che si sta facendo tutto il possibile per contenere il contagio ma si sta anche pensando al dopo. “Stiamo pensando anche a quando dovremo aprire alle famiglie. Abbiamo in cura i loro cari e vogliamo riaprire quando ci sarà sicurezza. Stiamo tutti lavorando anche con il grande dispiacere di questa situazione”.
I questi giorni molto duri è stato comunque mantenuto il rapporto con le famiglie. “Per questo ringraziamo i tanti operatori – ha spiegato la presidente – che lavorano dentro le strutture che si sono impegnati a mantenere i rapporti usando i social e le chiamate. Oggi gli operatori sono la famiglia dell'ospite. Abbiamo sostituito per ovvie ragioni la figura famigliare sopperendo a questa mancanza e mantenendo il 'caldo' della relazione”.