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Coronavirus in Veneto, a telecamere spente Flor ammette di aver occultato lo studio sui test rapidi di Crisanti. Zaia: "Parlate con i diretti interessati"

“Detto inter nos, noi rischiavamo la denuncia da parte della ditta che produce i tamponi. Meglio dire che questo studio non esiste”, questa la dichiarazione sconcertante a telecamere spente fatta ad un giornalista di Report dal direttore generale della sanità veneta, Luciano Flor. Luca Zaia: "Non fatemi parlare di robe tecniche che non mi competono"

Di Lucia Brunello - 27 aprile 2021 - 17:06

VENEZIA. “Detto inter nos, noi rischiavamo la denuncia da parte della ditta che produce i tamponi. Meglio dire che questo studio non esiste”, questa la dichiarazione sconcertante a telecamere spente fatta ad un giornalista di Report dal direttore generale della sanità veneta, Luciano Flor, e mandata in onda nella sera di lunedì 26 aprile su Rai Tre.

 

La trasmissione ha mostrato come il professor Andrea Crisanti, il 21 ottobre scorso, avesse svolto uno studio, con il supporto dei primari del pronto soccorso di Padova, Vito Cianci, e di malattie infettive Annamaria Cattelan, in grado di evidenziare l’inaffidabilità dei test antigenici. I test rapidi di prima e seconda generazione (oggi superati), secondo Crisanti sbaglierebbero 3 volte su 10.

 

Studio, però, che secondo quanto spiegato dall’inchiesta sarebbe stato occultato, così da non avere problemi con l'azienda fornitrice di test rapidi. A testimonianza di ciò, la dichiarazione dei due primari fatta a Report. "Siamo stati 'presi per il collo' e costretti a dissociarci". Un silenzio "prezioso", che seguendo il filo logico di Report avrebbe permesso al Veneto di rimanere in zona gialla nonostante l'elevato numero di ricoverati e di decessi registrati a novembre e dicembre.

 

Durante l’intervista, il direttore generale della sanità veneta Flor ha dichiarato di non aver dato alcuna autorizzazione a condurre alcuno studio, ma una volta spenta la telecamera si è lasciando andare, “confidandosi” con il giornalista.

 

La notizia è rimbombata a livello nazionale, fino a raggiungere, durante la conferenza stampa di oggi, 27 aprile, il governatore del Veneto, Luca Zaia. “Non posso discutere sull’atteggiamento di un primario o di Flor perché sono tutte attività che non mi competono", ha dichiarato. "Quindi è giusto che sentiate i diretti interessati”.

 

Siamo ritenuti tra i più bravi d’Italia - continua - non oso pensare allora cosa una trasmissione troverebbe nelle altre regioni. Se qualcuno deve chiarire la sua posizione, la chiarirà”.

 

E poi conclude: “Tre quarti dei positivi li troviamo grazie ai test rapidi, ma la teoria comune è che questi siano il peggio di tutti i mali. Non fatemi parlare di robe tecniche che non mi competono”.

 

Sulla bufera "Report" è anche intervenuta la dottoressa Francesca Russo, presente alla conferenza stampa: "Che questo studio sia stato tirato fuori o meno, uno studio che fa un ricercatore universitario o delle nostre aziende ospedaliere se ha l'obiettivo di fornire orientamenti della strategia sanitaria lo invia alla Regione: al mio ufficio non è mai arrivato nulla".

 

“E’ paradossale come i consiglieri regionali debbano guardare una trasmissione del servizio pubblico nazionale, per avere un quadro effettivo della situazione o per trovare quelle risposte soddisfacenti che la Giunta regionale non fornisce a noi rappresentanti delle istituzioni”, ha detto la consigliera regionale di Europa Verde Cristina Guarda: “I cittadini veneti meritano chiarezza, così come il rispetto verso il mandato conferitogli dagli elettori esige la presenza del Presidente Zaia nelle sede istituzionali, in primis in Consiglio regionale, dove in realtà il suo volto non si vede da mesi.”

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