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Coronavirus, scuole aperte a luglio? La lettera di una mamma e insegnante: ''Servono ad educare, non a sostituire i genitori"
La riflessione sul significato della Scuola in una società moderna: ''Serve fare chiarezza se si tratti di un'istituzione pedagogica con funzione formativa ed educativa o un servizio di assistenza alla famiglia durante l’assenza dei genitori”

TRENTO. Ridare alla scuola il ruolo che le spetta e non relegarla, invece, ad una funzione di assistenza ai ragazzi mentre i genitori sono al lavoro. Questo il pensiero contenuto in una lettera spedita a ilDolomiti da Micaela Betta, mamma e insegnante di scuola d'infanzia.
La riflessione nasce dalla discussione sul prolungamento del calendario scolastico nei mesi estivi. In Trentino, come in molte altre zone, si è fatta strada l'idea di poter tenere aperte le scuole anche a luglio. Proposta questa vista non proprio positivamente da parte dei sindacati.
“Io credo ci sia un equivoco – spiega l'insegnante - su quello che è il significato della Scuola in una società moderna. La Giunta dovrebbe far chiarezza su quale sia la funzione che intende attribuire all’istituzione scolastica: un'istituzione pedagogica con funzione formativa ed educativa o un servizio di assistenza alla famiglia durante l’assenza dei genitori”.
Un prolungamento del calendario scolastico potrebbe creare disagi e stress ai bambini e ai ragazzi, spiega Betta, ma non solo. Questa tendenza non deve essere usata per colmare “lacune dovute alla totale assenza di reali politiche di conciliazione scuole/famiglia”.
Qui la lettera