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Coronavirus, via libera alla terza dose di vaccino alle categorie a rischio: ''Si parte il 20 settembre con le persone immunocompromesse''

L’Aifa, qualche giorno fa, ha dato il via libera alla somministrazione della terza dose di vaccino per tutta la popolazione considerata fragile: circa 3 milioni di persone in Italia. Tra le prime a partire la Regione Lazio: "Continuiamo a mettere in sicurezza la vita e il futuro"

Di L.A. - 13 settembre 2021 - 19:07

ROMA. Da lunedì 20 settembre al via la terza dose di vaccino alle persone immunocompromesse. Questa la decisione della struttura del commissario per l'emergenza guidata dal generale Francesco Paolo Figliuolo a seguito dell'incontro con il ministro Roberto Speranza

 

Tra le prime a partire c'è la regione Lazio. "Dalla prossima settimana iniziamo con chi ha ricevuto un trapianto e che saranno contattati dal sistema sanitario regionale. Continuiamo a mettere in sicurezza la vita e il futuro", ha scritto Nicola Zingaretti su Twitter.

 

L’Aifa, qualche giorno fa, ha dato il via libera alla somministrazione della terza dose di vaccino per tutta la popolazione considerata fragile: circa 3 milioni di persone in Italia.

 

Le priorità per il richiamo riguarda le persone immunodepresse per problemi legati a patologie o trattamenti farmacologici (come nel caso dei trapiantati o dei malati di tumore). C'è disponibilità delle dosi per la nuova fase perché sono in programma nuove consegne e per il rallentamento della campagna, le Regioni hanno in magazzino molte fiale.

 

Dopo gli immunodepressi riceveranno una nuova somministrazione gli over 80 e in generale gli ospiti delle Rsa. Successivamente dovrebbe toccare al personale sanitario maggiormente a rischio di contagio.

 

L'ipotesi di una nuova somministrazione è stata avvallata anche dall'Azienda provinciale per i servizi sanitari: "Riteniamo che una terza dose probabilmente sia molto utile per gli over 80 e presumo sia giusto tra novembre e dicembre vaccinare nuovamente prima i soggetti in Rsa che sono più a rischio e poi il resto della popolazione over 80 e deboli per passare poi agli operatori sanitari che sono stati i primi ad essere vaccinati e soprattutto considerando il fatto che iniziamo a vedere dei focolai in ospedale”, aveva spiegato il dg Antonio Ferro a Il Dolomiti, mentre Andrea Cristanti aveva aggiunto: "Siamo davanti ad una caduta dell'immunità e potrebbe essere un effetto combinato sia della diminuzione della protezione del vaccino nel tempo sia della presenza delle varianti che hanno una maggiore capacità di infettare persone vaccinate” (Qui articolo).

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