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Riparte la scuola, l'esperta: “Con la Dad adolescenti sempre più 'connessi': casi di alterazione ritmo sonno-veglia, instabilità emotiva e problemi col cibo”
La psicopedagogista e antropologa Isabella Chirico ha ricevuto una intensa richiesta di colloqui per malesseri emersi con la pandemia: “Ora il pensiero del rientro a scuola, tra le incertezza in merito al futuro e un anno di limitazioni, è fonte di forte preoccupazione per ragazzi, genitori e insegnanti”

TRENTO. “La Didattica a distanza ha imposto limiti importanti da punto di vista comunicativo e dell'apprendimento, da una parte nel rapporto tra pari (fondamentale per i giovani in età adolescenziale) e dall'altra perché la modalità di insegnamento 'misto' (in presenza e a distanza) è stata difficoltosa per ragazzi, genitori e insegnanti”. Limiti che hanno contribuito, spiega la psicopedagogista e antropologa Isabella Chirico (presidente, tra l'altro, dell'associazione Elissa), all'aumento di una serie di disagi e malesseri tra gli adolescenti come: “Alterazioni del ritmo sonno-veglia, instabilità emotiva, aumento dell'irritabilità e addirittura problemi nel rapporto col cibo”.
Tutte problematiche correlate anche ad una massiccia esposizione al digitale, in particolare nella fascia d'età compresa tra i 6 e i 18 anni. “All'aumentare dell'esposizione aumentano anche i rischi – spiega Chirico – e ora il pensiero del rientro a scuola dopo la fine delle vacanze, tra le incertezze su come si svolgerà effettivamente l'anno scolastico e i periodi di chiusura degli ultimi mesi, è fonte di forte preoccupazione per ragazzi, genitori e insegnanti”. La maggior parte delle richieste di colloqui ricevute dalla psicopedagogista hanno riguardato proprio dubbi e paure relativi all'utilizzo dei dispositivi tecnologici, il cui fattore di esposizione è aumentato in concomitanza delle limitazioni adottate per contenere la pandemia, sia quindi per la modalità d'insegnamento a distanza che ad esempio per l'impossibilità di uscire durante il lockdown.
“Secondo alcuni studi realizzati da Unicef, Save the Children, Organizzazione mondiale della sanità e altri enti internazionali dopo le prove Invalsi – spiega Chirico – l'essere costantemente 'connessi' ha ricadute negative importanti in tutta una serie di ambiti, portando per esempio da alterazioni del ritmo sonno-veglia (spesso il telefono si usa di notte) e arrivando fino all'instabilità emotiva, che si può tradurre in un aumento dell'irritabilità, all'ansia generalizzata e alla mancanza di auto-regolazione delle proprie emozioni. In un individuo predisposto per esempio alla depressione la sovraesposizione al mezzo tecnologico può peggiorare la situazione, fino ai casi più gravi come l’isolamento cronico Hikikomori”.
Un'altra problematica citata dall'esperta è quella del rapporto col cibo: “Su Internet ci sono 'zone a rischio ', non confortevoli, in cui, se si entra senza la capacità di filtrare attivamente le informazioni presenti, è possibile per la mente di un giovane (o giovanissimo) ricavare modalità sbagliate e dannose sulla propria alimentazione e il rapporto con il proprio corpo, e il corpo è la relazione che una persona ha con il mondo”. Ecco perché, spiega Chirico, è fondamentale che i genitori siano osservatori attivi dei propri figli, aprano al dialogo, se necessario monitorino costantemente le cronologie “per capire che problematiche e che necessità ricercano maggiormente i nostri figli”. In particolare per i più piccoli il problema si acuisce: “Avere in mano un dispositivo come uno smartphone – spiega l'esperta – crea nella mente del bambino la possibilità di usarlo per qualunque cosa, ma la capacità di filtrare le informazioni è assente”.
Ora, con la fine delle vacanze estive e il rientro dietro ai banchi ormai imminente, sono molte le famiglie che hanno contattato Chirico. “C'è forte preoccupazione su come sarà quest'anno scolastico – dice la psicopedagogista – dal punto di vista didattico e dell'apprendimento ma anche da quello relazionale. Bisogna vedere come reagiranno i giovani e giovanissimi alla ripartenza con il rapporto in presenza e cercare di comprendere le loro emozioni, infondere sicurezza e abbassare lo stress da performance. I genitori si trovano nella stessa situazione ma in parallelo, dal loro punto di vista, c'è la nuova fatica di non riuscire in molti casi a gestire il rapporto con la tecnologia dei loro figli”.
Il rapporto tra educazione emotiva ed educazione digitale è insomma ancora molto labile. “I genitori si trovano in difficoltà nel dare delle regole soprattutto legate alla tecnologia – conclude Chirico – nel capire come parlare dell'argomento con i loro figli, nel comprendere cosa cercano sulla rete, sui social, sulle varie applicazioni che cambiano velocemente o come si sono trasformate le affettività reali in un'amicizia virtuale. Per gli adolescenti è stato fatto pochissimo nell'ultimo anno, è ora di cambiare”. E a due sole settimane dal suono della prima campanella, è meglio fare in fretta. Se i genitori o i docenti sentissero dei momenti di crisi il consiglio è di rivolgersi ad uno specialista del settore.