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Cassa Rurale Vallagarina, esposto contro il candidato 'proposto' dal Cda: “E' ancora sindaco effettivo, così viene meno il requisito dell'indipendenza”
A dirlo è un gruppo di 14 soci della Cassa Rurale Vallagarina che, in vista dell'elezione del nuovo presidente del Cda dell'istituto di credito, hanno presentato una formale denuncia al Collegio sindacale: secondo i firmatari del documento, il candidato del Consiglio d'Amministrazione Maurizio Maffei avrebbe dovuto dimettersi dal suo ruolo di sindaco effettivo

ALA. Sono 14 in tutti i soci della Cassa Rurale Vallagarina che ieri mattina hanno presentato una formale denuncia al collegio sindacale della banca in merito alla candidatura a presidente dell'organo amministrativo di Maurizio Maffei, “proposto” dal Cda: secondo i firmatari del documento Maffei non si sarebbe dimesso, al momento dell'investitura nel gennaio 2022, dalla carica di sindaco effettivo del collegio sindacale (l'organo preposto, tra le altre cose, a vigilare sull'osservanza della legge e dello statuto e sul rispetto dei principi di corretta amministrazione), determinando quindi “il venir meno del requisito dell'indipendenza in capo al sindaco”.
Insomma, secondo i soci della Cassa Rurale Vallagarina che hanno presentato la denuncia al collegio sindacale, accompagnata da tre pareri di esperti interpellati sulla questione, si sarebbe creato una sorta di 'cortocircuito' istituzionale, con una confusione tra i ruoli di 'controllore' e 'controllato' nel delicato momento del fine mandato. “Appare in primo luogo contrario ad ogni canone di ragionevolezza – si legge nel documento – ed in secondo luogo illegittimo che un sindaco di società possa ritenersi 'indipendente' nell'esercizio del proprio ruolo di vigilanza e/o controllo allorché addirittura individuato dallo stesso organo amministrativo 'vigilato' quale 'futuro' presidente dell'organo medesimo”.
Sul sito della Cassa Rurale si specifica che il Cda (“attualmente composto da 9 amministratori, compreso il presidente, eletti dall'assemblea dei soci”) è “investito di tutti i poteri di ordinaria e straordinaria amministrazione della società, tranne quelli riservati per legge all'assemblea dei soci”, mentre il collegio sindacale (all'interno del quale, sempre sul sito dell'istituto, Maffei è presente come sindaco effettivo) “vigila sull'osservanza della legge e dello statuto, sul rispetto dei principi di corretta amministrazione ed in particolare sull'adeguatezza dell'assetto organizzativo, amministrativo e contabile adottato dalla società e sul suo concreto funzionamento”.
Antonio Borghetti, che aveva presentato la sua candidatura alla presidenza del Cda a il Dolomiti il primo febbraio (Qui Articolo), è tra i firmatari del documento. “In sostanza – spiega Borghetti – il 'controllore' è stato scelto dal 'controllato' per la presidenza del Consiglio d'Amministrazione. Sono stati richiesti tre pareri legali sulla questione e tutti gli esperti hanno sottolineato come in questo modo, senza le immediate dimissioni, sia venuto meno il principio dell'indipendenza di Maffei per sopravvenuto conflitto d'interessi, in spregio al codice civile ed alle norme di comportamento del collegio sindacale, a maggior ragione per l'etica che deve necessariamente contraddistinguere l'agire cooperativo”. I firmatari del documento spiegano che con la denuncia si intende infine prevenire il rischio di impugnazione dell'imminente delibera di approvazione del bilancio della Cassa Rurale e del derivato bilancio consolidato della capogruppo Cassa Centrale.