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Prima al Muse e poi con un nuovo ufficio al Castello del Buonconsiglio: ora Samuela Caliari è candidata per Fugatti. Manica: " E poi dicono che la fedeltà non serve..."

Il consigliere del Partito Democratico: “La fedeltà non serve al Paese, ma forse aiuta tanto le singole fortune, con buona pace di tutti gli altri dipendenti che non possono beneficiare di corsie preferenziali”

Pubblicato il - 21 settembre 2023 - 19:57

TRENTO. “Ernesto Galli della Loggia, uno studioso che non si può proprio definire di sinistra, sul 'Corriere della Sera', un quotidiano che non è la 'Pravda', apre il suo editoriale con il titolo 'La fedeltà non serve al Paese'. Ha perfettamente ragione. Non serve al Paese, come non serve all’autonomia speciale, mentre è utilissima per fare carriera veloce, come insegna l’esempio 'luminoso' della dottoressa S. C.”. Il consigliere provinciale del Partito Democratico, Alessio Manica ritorna sulla vicenda che riguarda Samuela Caliari.

 

Dopo il Muse era stata bocciata dai giudici alla guida delle biblioteche e di recente è stata nominata direttrice di nuovo ufficio al Castello del Buonconsiglio (QUI L'ARTICOLO). “Nel volgere di un pugno di mesi – spiega in una nota Manica - è stata assunta dapprima al Muse per poi transitare alla direzione dell’Ufficio Biblioteche del Servizio Attività culturali, da dove è dovuta andarsene in fretta per il rientro dell’ effettiva titolare di quell’ufficio a cura della Magistratura (QUI L'ARTICOLO), approdando quindi al Museo del Castello del Buonconsiglio dove, con curiosa riorganizzazione, le è stato creato un ufficio 'ad hoc'”.

 

Su questi passaggi giacciono agli atti diverse interrogazioni, alcune ovviamente ancora senza risposta. “Una scalata davvero eccezionale – spiega ancora Manica - e sicuramente, dovuta ad indubbi meriti professionali che, inevitabilmente, l’hanno anche proiettata sulla scena politica, con la candidatura nelle file, guarda caso, prima della Civica Trentina nel 2018 e oggi della Lista 'Fugatti Presidente'”.

 

E infine la conclusione del consigliere del Pd: “La fedeltà non serve al Paese, ma forse aiuta tanto le singole fortune, con buona pace di tutti gli altri dipendenti che non possono beneficiare di corsie preferenziali”.

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